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161 anni di Polizia: celebrazioni “private”. Il Siulp non approva: “Troppe morti tra le forze dell’Ordine”

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feesta poliziaQuest’anno, per decisione governativa, il 161^ anniversario sarà festeggiato “chiusi” nelle strutture. Il Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) non è d’accordo. “In questo momento storico – scrive in una lunga nota Maria Isabella Marcelletti, segretario provinciale del Siulp – sono ben altri i problemi in materia di sicurezza di cui si dovrebbe occupare il governo”.
Per la sindacalista, infatti, c’è una scarsa attenzione del Governo alla carenza strutturale del corpo di Polizia e occorre modernizzare il sistema di sicurezza. Ecco cosa scrive Maria Isabella Marcelletti:

“Il pensiero va doverosamente non solo al collega Terranova, in servizio presso il Commissariato di Vittoria, rimasto gravemente ustionato durante uno sfratto esecutivo, ma anche ai colleghi Carabinieri feriti davanti Palazzo Chigi (Giangrande e Negri) ed all’appuntato Della Ratta ucciso nel corso della rapina a Maddaloni. Purtroppo – prosegue Marcelletti – anche tra le Forze dell’Ordine ci sono vittime di serie A e di serie B. Giusto clamore ed indignazione collettiva per quanto accaduto a Roma nel giorno del giuramento del nuovo esecutivo a fronte, purtroppo, di un quasi assordante silenzio per gli altri due fatti di cronaca, come se i tre episodi non avessero il comune denominatore del compimento del proprio dovere. Ci si chiederà il perché di questa sottolineatura, considerato che il claim scelto per il 2013 è “c’è più sicurezza insieme”. Semplicemente perché, per l’ennesimo anno, ci troviamo a constatare l’assoluta inerzia della politica nel voler garantire alla collettività quella sicurezza aspirata e dovuta ed ai tutori di questo Stato un minimo di serenità nell’adempimento dei doveri ordinari. Con l’accadimento di gravi episodi di cronaca nera (l’ultimo avvenuto nella città di Milano) tutti lanciano allarmi e s’ improvvisano esperti avanzando proposte illusionistiche e fuorvianti come l’impiego di militari per il controllo del territorio come se le città fossero campi di guerra, senza tener alcun conto delle peculiarità di addestramento e le differenti finalità istituzionali tra le Forze di Polizia e le Forze Armate. Sarebbe invece molto più vantaggioso comprendere che non può più essere rimandato sine die un confronto sull’attualità dell’art. 16 della legge n.121/1981 che individua sostanzialmente cinque Forze di Polizia – di cui due con competenza generale (Polizia e Carabinieri) – e la cui distinzione, nel 2013, non è solo anacronistica e contraria ad ogni direttiva europea , ma una beffa al clima di spending review. Polizia e Carabinieri hanno organici sempre più risicati, con la media anagrafica di circa 45 anni e non si intravede alcuna volontà di reintegrarli; se ne 2012 la Polizia era in deficit di 14.000 uomini, quest’anno le previsioni sono ancora peggiori. Anche per la nostra città, conseguentemente, la situazione non è differente, continuiamo a “perdere” colleghi, ben felici di andarsene in quiescenza tenuto conto del clima generale che si è creato nel Paese. Ed anziché cogliere l’occasione per confrontarci con la collettività, ascoltarla anche per capire la ragionevolezza delle sue preoccupazioni e coinvolgerla nelle nostre difficoltà a dispetto dell’impegno profuso – così come è stato negli ultimi anni – cosa si decide nel Palazzo del Governo ? Niente sprechi, occorre “festeggiare” all’interno delle strutture di appartenenza. Il risultato : chiusura nei confronti della cittadinanza. In virtù del “sacro” risparmio, niente manifestazioni pubbliche; quest’anno le donne e gli uomini in divisa celebreranno il 161^ anniversario all’interno delle Questure. Come se la ricorrenza negli scorsi anni avesse comportato chissà quale sperpero di risorse. Il vero risparmio, garante tra l’altro di una maggiore e reale salvaguardia, sarebbe costituito dall’avvio delle procedure per la modernizzazione dell’attuale sistema sicurezza finalizzate cioè all’ottenimento di un’unica forza di polizia ad ordinamento civile. Utopia? Speriamo di no. Perché siamo stanchi di essere la valvola di sfogo del disagio sociale, della crisi economica e dell’incertezza del futuro. Non è più ammissibile che, a causa di una politica inadeguata e miope, tutto – oggi -sia diventato un problema di ordine pubblico, sinora tenuto sostanzialmente sotto controllo. Ma fino a quando? In occasione della mobilitazione generale organizzata il 10 novembre dalle sigle sindacali provinciali CIGL-CISL-UIL sono stati forniti dati a dir poco allarmanti per questa città : 34% il tasso di disoccupazione; 47% l’incremento da gennaio a settembre del 2012 del ricorso agli ammortizzatori sociali; 400% l’incremento del ricorso alla cassa integrazione nel settore edile, etc.. ed oggi la situazione non è certo migliorata con un Comune a rischio default . Ma dietro i numeri si cela l’angoscia e la disperazione di interi nuclei familiari. Qualcuno crede veramente che questi problemi siano da rilegare solo ad una questione di ordine pubblico? Di capacità nel saper “gestire la piazza”? Ed è proprio in un momento storico/socio/economico così delicato – dove per l’assenza di risolutive decisioni politiche – le questioni economiche soffocanti il paese si stanno sempre più tramutando in problemi di ordine pubblico o in cronaca nera – , sarebbe indispensabile avere un unico elemento propulsore, un’unica testa. Faccio modestamente presente, infatti – ed è la seconda e più rilevante anomalia di questo anniversario – l’assenza del Capo della Polizia. Si, perché alla data odierna, a distanza di quasi due mesi, non è stato ancora nominato e ne avremmo veramente bisogno perché ci troviamo in un quadro complessivo dove i poliziotti, sono penalizzati due volte. Quali cittadini, con tutti i problemi quotidiani comuni agli altri lavoratori; come rappresentanti delle istituzioni perché si trovano a dover “difendere” uno stato patrigno e sarebbero ben felici di oltrepassare le barricate e manifestare insieme agli altri. Ma restano i fatti e la lentezza della designazione del Capo della Polizia non può che celare un totale disinteresse per gli uomini in divisa – e di riflesso per la sicurezza dei cittadini – ovvero fa apparire una cruciale nomina per la sicurezza interna dello stato come una lotta di potere … speriamo almeno che ci costi meno rispetto al passato.”

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