Tortorici. Alle prime ore di oggi, 18 settembre, i Carabinieri di Sant’Agata di Militello (ME) hanno tratto in arresto due membri della famiglia Bontempo Scavo per tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso (ex art. 7 L. 203/91).
Custodia cautelare in carcere per Antonino Bontempo Scavo, 52 enne, e il figlio Sebastiano Bontempo Scavo, 25 enne, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina a seguito di richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo (DDA).
Il provvedimento restrittivo è scaturito a seguito di una complessa e lunga indagine eseguita, a partire da gennaio 2016, dai Carabinieri di Sant’Agata di Militello.
Un’intensa e prolungata attività di intercettazione e raccolta di informazioni ha consentito ai militari dell’Arma di documentare le ripetute minacce e intimidazioni che i due arrestati hanno commesso nei confronti di due fratelli imprenditori di Castell’Umberto (ME), attivi nel settore dell’agricoltura biologica e commercio di mangimi e cereali.
Padre e figlio, sostenuti dalla loro riconosciuta appartenenza – quali esponenti di vertice – alla storica famiglia mafiosa dei “Tortoriciani”, avevano ripetutamente esercitato pressioni e minacce sugli imprenditori sopracitati al fine di ricevere da loro un’ingente somma di denaro e altre benefici.
Il primo degli atti di questa articolata vicenda aveva visto Antonino Bontempo Scavo “chiedere” ai due commercianti, che da poco avevano aperto un nuovo punto vendita nel comune di Mirto (ME), di assumere il figlio, Sebastiano, presso una delle loro imprese. A distanza di qualche tempo il ragazzo, con fare arrogante, era tornato nel locale, esigendo dai commercianti “il regalo”. Nel contempo, in diverse occasioni, gli indagati hanno prelevato della merce presso l’attività commerciale senza pagare quanto dovuto.
Antonino Bontempo Scavo era già noto alle Forze dell’Ordine: era stato, infatti, coinvolto nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum e condannato dalla Corte di Assise di Appello di Messina a 13 anni e 6 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso ed altro. L’uomo era anche uno degli esponenti della cosca mafiosa tortoriciana facente capo al boss Cesare Bontempo Scavo, attualmente ristretto a seguito di condanna alla pena dell’ergastolo.
Sempre lui, proprio nel territorio di Mirto (ME), era rimasto coinvolto in un agguato di stampo mafioso, nel quale era rimasto ucciso un sodale del gruppo criminale. A quei tempi, l’arrestato e la vittima, affiliati alla locale criminalità organizzata, erano dediti ad attività di usura ed estorsione nel territorio dei Nebrodi.
L’odierno arresto si configura come ennesimo successo per i Carabinieri attivi nelle zona dei Nebrodi al fine di porre un freno alle, purtroppo, crescenti attività di estorsione ed usura che colpiscono gli imprenditori di questi territori.
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