Basta con gli allarmismi. A pochi mesi dalla condanna subita in primo grado, l’imprenditore di San Piero Patti, Giuseppe Pettina, torna a parlare dei fatti del complesso “La Residenza” del Torrente Trapani. I danni procurati dagli acquazzoni dei mesi scorsi, hanno riacceso i riflettori sulla situazione del Torrente Trapani, i consueti fiumi di fango hanno invaso tutta la zona fino all’incrocio con il viale Regina Margherita.
Pettina risponde al presidente della IV Circoscrizione, Francesco Palano Quero, che in passato ha affrontato la vicenda del torrente Trapani parlando chiaramente di dissesto idrogeologico:”Si è creato troppo allarmismo tra i cittadini. Io più volte ho chiesto un confronto con il presidente Quero, ma non ho mai ricevuto risposta. Ho sempre sostenuto che quando c’è un cantiere in movimento e avviene un temporale ci può essere del materiale di risulta che si riversa nella strada, è successo a noi e continua ad accadere adesso. Per questo io dico basta a questi allarmismi generici. Inoltre quando si parla di opere non fatte sarebbe meglio etichettarle come opere non completate e dove non si è potuto proseguire è perchè è stato sospeso l’articolo 18 dell’Ufficio del Genio Civile ed automaticamente viene bloccata la concessione edilizia, pertanto le opere sono state ultimate lì dove c’erano i fabbricati e siamo stati fermati lì dove stavamo ultimando i lavori per ricevere le concessioni. Naturalmente, dove i lavori sono rimasti fermi, dopo le piogge, il materiale si è riversato sulla strada ma è un fenomeno normale, avveniva quando ad intervenire era la mia società e succede anche adesso”.
La tirata d’orecchie di Pettina non è finita qui:”Chi fa politica dovrebbe fare molta attenzione ad addentrarsi in fatttori tecnici, chi usa termini come dissesto idrogeologico o crollo della montagna deve conoscere la materia. Queste analisi io le gradirei da un geologo e non da chi fa politica. Perchè altrimenti vuol dire che tutto ciò che è stato approvato in passato dall’Ufficio del Genio Civile e dal Comune di Messina non ha valore tecnico. Attualmente ho deciso di non fare più alcun investimento nel settore edilizio”.
L’imprenditore chiarisce anche l’aspetto giudiziario: “Le ragioni della mia condanna ad un anno e 3 mesi partono da un certificato del Corpo Forestale dov’è stato riscontrato un vincolo idrogeologico che, a dire dei periti, era equivoco mentre per noi no. I dubbi possono valere per un certificato – ha dichiarato Pettina – ma questi rilievi vengono fatti ogni sei mesi accompagnati da altri certificati, non penso che se non ci fossero state le condizioni, il Corpo Forestale avrebbe rilasciato altri dieci atti. Io continuo ad avere profonda fiducia nella Giustizia, spero che nel processo d’Appello ci sia un magistrato più attento nella lettura di alcuni atti, i legali hanno fatto emergere dei punti importanti e la condanna è stata notevolmente inferiore rispetto a quanto aveva chiesto l’accusa. A me non interessa la prescrizione, punto all’assoluzione e andrò avanti”.
(2049)