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Stefania, Andrea e l’amore che uccide

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Soffriva troppo Andrea Tringali per la rottura della sua relazione con Stefania Ardì, voluta dalla ragazza. Lo aveva detto agli amici, a tutti quelli che gli stavano accanto da qualche mese, da quando Stefania aveva detto basta al loro rapporto. Sette anni d’amore lui non riusciva a dimenticarli, lei invece sembrava proiettata, con le speranze dei suoi 21 anni, al futuro. E pare ci fosse già un altro. Un ragazzo di Giampilieri, uno che – dicono – aveva sostituito Andrea solo nelle passeggiate, nelle uscite, ma non nella mente di Stefania.

Forse, lei che era diventata adulta con il suo Andrea, aveva scelto di lasciarlo perché in famiglia non accettavano che stesse con un uomo tanto più grande di lei: 12 anni.

I due, nonostante la rottura, si telefonavano, si scambiavano sms, messaggi su Facebook. Tutto, purché non arrivasse alle orecchie dei genitori. Poi quell’ultimo appuntamento, ieri, forse per chiarire un’ultima volta quello strano rapporto che mantenevano ancora; forse per dirsi addio; forse perché continuare così non era più possibile e allora niente più incontri e messaggi segreti, sguardi furtivi e chiacchiere nel paese. Forse era il tempo di dire basta. Almeno così deve aver deciso lei. Andrea, però, ha scelto altro.

Ha scelto di morire con la sua Stefania. Probabilmente dopo un primo tentativo di rappacificazione, dopo forse qualche parola di troppo, qualche insulto, qualche urlo, lui ha fatto quello che, evidentemente premeditava: morire insieme. Ci era andato armato della pistola del padre a quell’ultimo incontro. Quell’arma che ha estratto l’ha puntata in faccia a Stefania e ha sparato. Due colpi che hanno devastato la testa di Stefania Ardì. Poi ha voluto seguirla. Non ha scelto di morirle accanto: è salito a bordo della sua Lancia Lybra, si è puntato l’arma alla tempia e si è esploso un proiettile. Così li hanno trovati: due auto diverse, in ciascuna c’era un cadavere.

Poi è stato lavoro di routine. Carabinieri, uomini del Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche dell’Arma), magistrato di turno, Antonio Carchietti, medico legale.

Soltanto dopo ore, parecchie, il corpo di Stefania è stato mostrato ai familiari. Quel corpo e quello di Andrea adesso sono all’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina, in attesa dell’autopsia.

Roccalumera, che quella coppia l’ha vista insieme per 7 anni, è sconvolta. Erano due bravi ragazzi – si sente ad ogni angolo – due che meritavano di vivere insieme e non morire in un pomeriggio di inizio estate.

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