Sbarco migranti. Fermato lo scafista: è la terza volta che viene identificato in Italia

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Sono stati soccorsi dalla nave Phoenix, la nave privata che salva i migranti nelle acque del Mediterraneo, poco dopo le nove del mattino di lunedì scorso. Quando li hanno trovati erano stipati su un barcone di legno e nessuno di loro indossava il giubbotto di salvagente. E’ in questo modo che i 415 migranti partiti dalle coste libiche domenica notte, sono riusciti a raggiungere il territorio italiano, e a concludere il loro viaggio della speranza.

Quando ieri mattina sono sbarcati nel porto di Messina sono stati rifocillati e visitati, e quindi trasferiti presso il centro di accoglienza “Primo Nebiolo”.

Una volta concluse le primissime operazioni di accoglienza gli investigatori della Squadra Mobile hanno dato il via alle ormai rodate attività di indagine, che anche questa volta hanno portato all’individuazione dello scafista.

Si tratta di un 36enne di origini tunisine, Moaz Mardasia . L’uomo nel 2010 prima, e nel 2012 poi, era stato identificato dalle Questure di Agrigento e Massa Carrara. In entrambi i casi aveva però fornito un cognome diverso.

A consentire l’individuazione dello scafista sono state ancora una volta le testimonianze di alcuni dei profughi.

Si tratta per la maggior parte di uomini provenienti dall’Asia Meridionale e dall’Africa, tra di loro anche 26 donne, e oltre 40  minori. Molti di loro hanno raccontato di risiedere in Libia da diverso tempo e di essere scappati a causa della guerra. Sono meccanici, falegnami, imbianchini e tra loro anche studenti universitari.

Hanno raccontato di essersi rivolti ad alcune persone conosciute proprio perché organizzano abitualmente viaggi per l’Italia, alle quali hanno consegnato somme di denaro in valute differenti, per un valore di circa 1000 euro. Sono stati accompagnati in una casa sulla spiaggia a Zuara, a circa 3 ore di viaggio da Tripoli, dove hanno vissuto per diversi giorni in oltre 400 persone. Da qui sono stati fatti salire su una piccolissima imbarcazione in legno che li ha portati a largo, dove li attendeva un battello poco più grande e, col favore delle tenebre, sono partiti alla volta dell’Italia.

Anche questa volta quelli con la pelle più scura sono stati ammassati nella stiva, mentre gli altri, hanno preso posto sul ponte della piccola imbarcazione.

L’arrestato è stato trasportato presso il carcere di Messina-Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Grande l’impegno dei Poliziotti dell’Ufficio Immigrazione e della Polizia Scientifica che ha permesso di effettuare il “respingimento di 45 persone di origini marocchine nei confronti delle quali è stato emesso Ordine del Questore di lasciare il Territorio dello Stato entro 7 giorni”.

Altri 3 uomini origini egiziane sono stati colpiti, inoltre, dallo stesso provvedimento, ed accompagnati al Centro di Identificazione ed Espulsione di Caltanissetta per essere trattenuti.

 

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