Sono stati soccorsi nel canale di Sicilia su due diversi gommoni, i 271 migranti che ieri pomeriggio sono sbarcati a Messina dal pattugliatore irlandese “L.E. Niamh”.
Le due imbarcazioni sono state avvistate domenica mattina da un elicottero organico alla unità navale della Marina Militare “Carlo Bergamini”, impiegata nell’operazione Triton. Sul primo gommone viaggiavano 150 migranti, che sono stati tratti in salvo dalla nave Bergamini, mentre il secondo natante, sul quale viaggiavano 125 persone, è stato soccorso dall’equipaggio della “L.E. Niamh”.
Tutti i profughi sono stati poi trasbordati sul pattugliatore irlandese che ha provveduto ad accompagnarli sul molo Marconi.
Dopo essere stati rifocillati ed identificati 150 migranti sono stati trasferiti nei centri di accoglienza di Lombardia, Piemonte e Campania, mentre gli altri sono stati accolti nei centri cittadini.
E come accade ad ogni sbarco gli investigatori della Squadra Mobile di Messina, nel corso delle indagini, hanno raccolto tante testimonianze di gente che ha investito i risparmi di una vita e viaggiato per giorni e giorni pur di scappare dalla guerra e dalle persecuzioni: “All’inizio del mese sono scappato dalla Nigeria perché una banda di terroristi ha attaccato il mio villaggio uccidendo i miei familiari. Io sono riuscito a scappare e sono andato in Libia con una macchina”;
“In Nigeria c’è la guerra e la gente muore molto facilmente. Inoltre ci sono delle bande di terroristi che seminano il terrore, per questo ho deciso di andar via”.
Anche questa volta i profughi hanno raccontato di essere partiti dalle coste Libiche con il favore delle tenebre, dopo essere stati ammassati per diversi giorni in alcuni capannoni, o addirittura nei boschi, durante i quali i mercanti di uomini li hanno sfamati con pane secco e acqua salmastra.
Le testimonianze dei migranti hanno quindi permesso di individuare gli scafisti di entrambi i gommoni. Si tratta del 20enne Thor Otma, proveniente dal Gambia e del senegalese Sein Souleymane, 25 anni, per il primo natante, mentre il secondo gommone era condotto da Diarrassouba Drissa, 22 anni, ivoriano. Condotti nel carcere di Messina – Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dovranno ora rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nel frattempo prosegue incessante il lavoro dei poliziotti dell’Ufficio Immigrazione e degli operatori della Polizia Scientifica, volto a verificare l’identità di ciascuno dei profughi sbarcati sulle nostre coste, oltre che a curare l’affidamento di 34 minori non accompagnati.
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