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Processata la banda che rubava mobili antichi: 5 condanne

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tribunale-messina 1I giudici della prima sezione penale hanno inflitto 5 condanne nell’ambito del processo scaturito dalla operazione Savana. Imputati erano i componenti di una banda che, con base operativa al rione Mangialupi, era specializzata nei furti di mobili antichi.
Condannato Antonio Annetti a 3 anni e 8 mesi, Gennarino Briganti a 5 anni 4 mesi, Natale Cardile a 3 anni 8 mesi, Alessandro Cutè a 5 anni, Salvatore Noschese a 5 anni ed 8 mesi. Per Cutè e Noschese la pena è in continuazione con altre sentenze. Assoluzione parziale per Briganti, Noschese e Cardile. Il pm Giuseppe Verzera aveva chiesta la condanna a 5 anni ciascuno per Noschese, Briganti e Cutè mentre per Annetti e Cardile, aveva chiesto 3 anni e 8 mesi ciascuno.

L’operazione Savana era scattata nel gennaio 2013 con 11 arresti effettuati dai carabinieri della compagnia Messina centro, nucleo investigativo comandato dal capitano Ivan Boracchia.
Le indagini portarono alla luce che dal rione Mangialupi si diramavano due organizzazioni, collegate tra loro, che si spartivano due diversi settori del crimine: furti in appartamenti e traffico di droga.
Per i furti, i componenti la banda, da Messina si spostavano nell’intera provincia peloritana, sino a raggiungere Catania. Obiettivo prescelto erano ville o case di campagna, disabitate e isolate. Al mattino lasciavano un segnale sulla porta, un depliant pubblicitario che, se ancora nella stessa posizione a sera, indicava che nessuno dei proprietari era sopraggiunto nel frattempo. Il furto era programmato in ogni tappa. La prima: sopralluogo mattutino dell’immobile, per valutarne il contenuto in arredi; la seconda: visita notturna di una vera e propria squadra di “traslocatori”, per smontaggio dei mobili di valore e collocazione su apposito camion per il trasporto. Il sopralluogo del mattino, inoltre, serviva anche per un “prelievo campione” dei mobili. Campione ( ad esempio un cassetto) che veniva sottoposto alla valutazione di esperti del settore antiquariato. Se c’era l’ok del ricettatore si passava alla seconda fase. Un giro d’affari notevole- sostenne l’accusa- specie perchè i furti avevano cadenza giornaliera. Da aprile a dicembre 2008, periodo d’indagine dei carabinieri, ne furono accertati 34. Pochi tentati, molti portati a segno. Furono parecchi gli antiquari indagati per ricettazione nell’operazione Savana. La merce “rifiutata” dai ricettatori, veniva posta in vendita nei mercatini d’antiquariato della Sicilia.
E’ nello stesso contesto di indagini che i carabinieri avevano scoperto l’altro settore, con base sempre al rione Mangialupi: il traffico di droga. Cocaina, eroina, hashish e marijuana , acquistate in Calabria, andavano a rifornire, oltre Messina, anche Enna.
Le condanne inflitte oggi riguardano soltanto gli imputati accusati dei furti.
Nella difesa sono stati impegnati gli avvocati Antonello Scordo, Salvatore Stroscio, Domenico Andrè, Francesco Traclò e Giuseppe Bonavita.

 

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