E’ stata battezzata “Gioia” l’operazione con la quale i carabinieri hano sgominato una vasta rete di spaccio tra Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e Falcone. I provvedimenti sono stati eseguiti dai militari del Nucleo investigativo del comando provinciale. I 23 provvedimenti cautelari – 14 in carcere e 9 agli arresti domiciliari – sono stati emessi per violazione della normativa sugli stupefacenti e reati contro il patrimonio dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina su richiesta della locale Dda, nei confronti di altrettanti soggetti, alcuni dei quali responsabili anche di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
I gruppi, slegati tra loro, per comunicare utilizzavano il sistema degli sms, si chiamavano “gioia”. Un soggetto telefonava e appellava “gioia” chi rispondeva, se l’altro replicava con lo stesso appellativo significava che c’era disponibilità di droga. L’appellativo, però, ha fatto ingelosire la fidanzata di uno dei componenti, che ha chiesto spiegazioni all’amato. Questi, non sapendo di eessere intercettato anche a livello ambientale, ha spifferato il tutto.
Un gruppo spacciava hashish in provincia di Messina, a Barcellona, Furnari, Falcone ed Oliveri; l’altro si occupava dello spaccio nella zona sud della città: Mangialupi e Villaggio Aldisio.
Secondo l’accusa, a capo del gruppo della fascia tirrenica c’era Carmelo Montrone, coadiuvato dal fratello Davide e da Domenico La Macchia. L’hashish lo acquistavano da due marocchini, Redouane Rahbib, e lo zio, Rachid Charfi.Francesco Sidoti e Sebastiano Famà si occuopavano del trasporto.
La seconda organizzazione gestiva lo spaccio di eroina nella zona sud. A capo- a detta degli inquirenti, aveva Lucio Mazza, supportato dal fratello Daniele e da Angelo Conti. Pusher erano: Angelo Aspri, Giuseppe Astuto, Nunzio Corridore, Antonino Casablanca, Giacomo Pulejo e Pasquale Erba.
In corso di indagini, sequestrati circa 250 gr di hashish.
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