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Operazione Clone: giudizio immediato per 7 persone

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tribunale-messina 1Giudizio immediato per sette degli imputati dell’operazione Clone, scattata nel giugno scorso, portò alla luce un’organizzazione attiva nella venadita di auto rubate on line, prevalentemente nella fascia ionica della nostra provincia. Il 12 novembre andranno a proc esso le sette persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata ai reati di furto, truffa, ricettazione, incendio, riciclaggio, appropriazione indebita, falsità materiale e sostituzione di persona.
Si tratta di Fabrizio Ceccio, Salvatore Ferrara, Silvio Santoro, Luca Lo Turco, Caterina Bitto, Angela Augliera, Francesco Sisti.

Le indagini, avviate dagli investigatori del Commissariato Messina Sud e dell’UPG ( Ufficio di Prevenzione Generale della Questura nel gennaio del 2012, presero spunto dalla denuncia di una signora campana che su un sito on line aveva visto posta in vendita una Fiat 500, usata, al prezzo di 7000 euro. Contattato il numero di telefono segnalato, la donna aveva appreso che la vettura si trovava a Messina. Le era anche pervenuta visualizzazione del libretto di circolazione. L’aspirante acquirente arrivata in Sicilia e ricontattato lo stesso numero, non ebbe risposta. A quel punto, ricordando il nome dell’ intestatario del libretto, un’altra donna, ne cercò il numero telefonico e la contattò. Sorpresa: l’altra le disse che quella Fiat 500 le era stata rubata mesi prima. Da qui l’incontro tra le due e la visita in Questura per esporre i fatti. Partirono le indagini, venne fuori che alle spalle di tutto c’era un’organizzazione, cui faceva capo un abile informatico, pregiudicato. Secondo gli investigatori, l’uomo sceglieva
gli affiliati volta per volta per operare nel settore automobilistico. Nel mirino del gruppo c’erano le società di noleggio auto sparse un po’ ovunque in provincia: Antillo, San Filippo del Mela, Linguaglossa, Letojanni e diverse altre località delle coste ionica e tirrenica, dove auto di differenti marche e cilindrata venivano noleggiate, a volte rubate. Una volta stipulato il contratto di noleggio, scattava il raggiro che il più delle volte consisteva nel simulare il furto del veicolo, cui seguiva la denuncia. In questo caso ci si avvaleva della collaborazione di agenzie di disbrigo pratiche automobilistiche compiacenti per nuove targhe ed immatricolazione. Si passava quindi al restyling dell’auto: eliminazione di qualsiasi logo che potesse ricondurre il mezzo alle società di noleggio, bonifica e sostituzione di parti meccaniche. A quel punto l’auto “clonata” era pronta per essere immessa sul mercato.
Altro sistema era quello di noleggiare l’auto con falsi documenti. Bastava rendersi irreperibili e scomparire per poi con calma rivendere il veicolo ripulito.
In altri casi le rubavano direttamente. Già nel febbraio del 2012 furono proprio gli agenti delle Volanti a denunciare per ricettazione uno dei soggetti oggi destinatari di misura cautelare. In quel caso, l’uomo era stato beccato con un’auto rubata e piazzata successivamente su internet per un nuovo acquirente.
Il gruppo si occupava anche di furti di altro. In un caso una ventina di computer furono sottratti da un istituto scolastico di Santa Teresa Riva, nel giugno del 2012. Furono poi ritrovati dalla Polizia in casa dei tre autori del furto.
Poi c’erano le truffe alle gioiellerie. In coppia, uomo e donna, si presentavano in negozio millantando il possesso di ingenti quantità di denaro, riuscivano ad acquistare oggetti in oro pagati con assegni, naturalmente privi di copertura, e mostrando falsi documenti. Gli oggetti venivano poi rivenduti presso alcuni compro oro ed il ricavato spartito tra i complici.  Altro settore che impegnava la banda erano gli incendi auto su commissione.

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