Anche il comitato Addiopizzo, come l’Università, intende costituirsi parte civile in caso di procedimento penale dell’operazione Campus.
Questo il testo del gruppo messinese:
“Il Comitato Addiopizzo Messina nell’apprendere dell’operazione Campus che svelerebbe il controllo delle mafie negli accessi ai corsi a numero chiuso dell’Università di Messina e favoritismi negli esami, intende esprimere vicinanza alla Magistratura ed alle Forze dell’Ordine ed il proprio incoraggiamento a fare piena luce su fatti e circostanze che appaiono di una gravità immensa.
I reati ipotizzati vanno dalla tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso all’associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio, all’usura e al millantato credito.
Da anni sosteniamo che le mafie, radicate e protette sui nostri territori, condizionano la nostra libertà di azione e di determinazione, lo fanno imponendo il pizzo e condizionando il libero mercato con l’inquinamento dell’economia, mortificando il merito ed imponendo la logica del “favore all’amico”, attraverso il voto di scambio e le infiltrazioni nella politica e nelle Istituzioni.
Questa operazione della DDA di Catania coordinata dalla Procura di Messina sembra far luce anche sul furto di speranza ai danni dei giovani che le mafie gestiscono a loro vantaggio. Per questo riteniamo i reati ipotizzati di una gravità immensa, perché condizionare l’iscrizione all’Università e falsare gli esami significa condizionare il futuro dei giovani e quindi il futuro della nostre comunità, messinese e calabrese. Privare i ragazzi della certezza di essere valutati per il loro merito e le loro capacità significa bruciare le loro speranze di costruirsi un lavoro o una professione su i nostri territori e quindi bruciare sul nascere l’economia sana e la società messinese onesta.
Per questo annunciamo che se le accuse saranno confermate al processo il Comitato Addiopizzo Messina intende costituirsi Parte civile, perché la comunità dei giovani onesti ed impegnati si sente parte lesa e, per le ragioni espresse, chiederemo che chi ha responsabilità in questi fatti paghi e ci risarcisca del futuro che ci ha rubato.
Se le accuse fossero confermate appare di tutta evidenza che il processo di trasparenza e legalità all’interno dell’Università di Messina è ben lontano dall’essere acquisito. Auspichiamo che finalmente le incrostazioni di clientela, mafia ed omertà all’interno dell’Università vengano cancellate e che ogni processo decisionale sia incentrato sulla massima trasparenza e sul merito”.
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