Pur non escludendo la tesi del suicidio, alcuni elementi danno da pensare.
Stanno scavando a fondo nel passato di Michele Bettini, i carabinieri della compagnia Messina sud. Bettini, trovato impiccato ieri mattina a una trave, all’interno di un magazzino abbandonato, a Maregrosso, era separato dalla moglie da qualche tempo,e da allora viveva nella baraccopoli vicina al luogo in cui è stato trovato morto.
“Si è tolta la vita perchè non ha retto al peso di quel rapporto finito, oppure qualcuno lo ha ucciso e ha simulato il suicidio?”. Sono questi gli interrogativi sui quali dovranno fare chiarezza le indagini dei carabinieri, che da ore stanno sentendo familiari ed amici della vittima.
Certo, non supporta la tesi del suicidio la posizione in cui è stato ritrovato il corpo: inginocchiato, con un cappio al collo fissato a una trave che dista appena un metro e mezzo da terra. Incompatibile, ad una prima lettura, con la classica morte per impiccagione: il corpo che penzola, piedi sollevati da terra e, dunque, solo così morte per asfissia.
Ci sono poi quei segni di trascinamento di qualcosa di pesante sul terreno. Era il corpo di Michele Bettini che qualcuno ha trascinato all’interno del magazzino abbandonato e poi gli ha messo la corda al collo?
Un fascicolo è stato aperto, contro ignoti, dal sostituto procuratore Annalisa Arena, ipotesi di reato è l’occultamento di cadavere. L’autopsia, che sarà effettuata lunedì mattina dal medico legale Patrizia Napoli, potrà fornire elementi utili a battere l’una o l’altra pista investigativa: suicidio o omicidio.
Patrizia Vita
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