Le fiamme a Barcellona. La vendetta di un minorenne ubriaco cacciato dal Palatenda

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Le fiamme,il panico, lo sdegno di quanto accaduto, e sarebbe potuto accadere, a Barcellona, la notte tra sabato e domenica scorsi, sono frutto dell’azione di un ragazzino, un minorenne ubriaco che un buttafuori del Palatenda, in cui si svolgeva una serata danzante, ha cacciato dalla festa. Da qui il tentativo di incendiare la struttura di Contrada San Giovanni – fortunatamente non riuscito perchè ignifugo il materiale che la ricopre – e le fiamme all’auto, parcheggiata nei pressi, di Roberta Macrì, la giovane impegnata nella battaglia per i diritti ai disabili. Sono stati gli agenti del Commissariato di Barcellona a ricostruire il tutto.
Il minorenne, escluso dalla festa perchè ubriaco, ha cercato di dare fuoco alla tenda, che ha resistito alle fiamme perchè ignifuga.
A quel punto, ha spostato la sua attenzione su una vettura parcheggiata proprio nei pressi dell’ingresso. Unica. Questo gli ha fatto pensare che appartenesse ad uno degli organizzatori della serata. Invece era di Roberta Macrì che, in quanto disabile, aveva avuto agevolata la sosta in quell’area. Il minorenne ha dunque dato fuoco a quella Ford, andata quasi totalmente distrutta.

Nella ricostruzione fornita dalla polizia, dunque, si sposta l’ordine degli incendi: inizialmente si era detto che le fiamme appiccate all’auto avessero lambito il Palatenda, invece sono state due azioni separate, e volute entrambe, con obiettivo gli organizzatori della festa. Ma, qualunque sia l’ordine , rimane la follia del gesto compiuto da un ragazzino. Un gesto che poteva finire in tragedia.

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