Nell’agosto 2013, per Maristella Zagami, odontoiatra messinese arrestata per truffa nel 2011 e interdetta dalla professione per un anno, la Corte dei Conti aveva stabilito il risarcimento di 184mila euro, per danno erariale prodotto all’Asp di Messina. Oggi, la condanna è divenuta definitiva.
Maristella Zagami, finita anche sotto processo davanti al Tribunale penale, è accusata di avere ottenuto dall’Azienda sanitaria di Messina il rimborso per prestazioni mai erogate o gonfiate, effettuate su 166 pazienti. Secondo l’accusa, la dentista, per semplicissime operazioni, come l’estrazione di un dente, presentava all’Asp una lunga lista di prestazioni effettuate. Tante da destare i sospetti dei vertici dell’azienda sanitaria, che avvertirono la Guardia di Finanza. Da qui le indagini e l’ascolto dei vari pazienti. Molti negarono di avere mai ricevuto quelle prestazioni, pur se ogni certificato riportava, come previsto da iter, la firma in calce dell’assistito, attestante gli interventi odontoiatrici effettuati su di lui. “Come potevano, poi – sostenne la difesa – negare le avvenute prestazioni?”
In sede dibattimentale del processo pare che molti abbiano scelto di non deporre.
I giudici della Corte dei Conti, lo scorso agosto, nel condannare la dentista messinese al pagamento di 184mila euro, avevano così motivato la sentenza:
“La Zagami, in spregio alle più elementari regole deontologiche, incurante delle effettive necessità dei pazienti, elargiva in una seduta poche e veloci cure, in modo da prolungare i tempi e poter giustificare le copiose ricette relative alla stessa persona e l’ipotetica somministrazione di prestazioni specialistiche complesse, e talora contrastanti”.
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