I giudici della 2° sezione della Cassazione hanno annullato la confisca dei beni disposto dal Tribunale di Messina in danno di Vincenzo Pergolizzi e familiari, e dei Titolari della società Ce.di.pan srl di Elena Sullimi e Santi Cucinotta. Disposto inoltre il rinvio degli atti ad altro distretto di Corte d’Appello.
Era il 30 ottobre 2012 quando i Carabinieri diedero esecuzione al decreto di confisca disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, relativo ad un ingente patrimonio, valutato in circa 25 milioni di euro, riconducibile al noto imprenditore edile milazzese Vincenzo Pergolizzi,59 anni, sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per 4 anni. Quella effettuata nei confronti di Pergolizzi fu la più cospicua confisca di beni registrata nella provincia di Messina. A richiederla i sostituti procuratori della Dda, Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, che già nel novembre 2010 avevano ottenuto il sequestro preventivo dell’ingente patrimonio dell’imprenditore di Milazzo, perchè ritenuto di natura illecita.
Dagli accertamenti condotti dai carabinieri, era emersa l’esistenza di collegamenti tra Pergolizzi, in passato accusato di favoreggiamento personale, ed esponenti di rilievo della criminalità organizzata catanese, messinese e barcellonese.
Secondo l’accusa, attraverso società a lui direttamente o indirettamente riconducibili e perchè ritenuto collegato ai familiari del boss catanese Salvatore Cappello, al barcellonese Carmelo Vito Foti e ad altri soggetti legati alla criminalità messinese, Pergolizzi sarebbe riuscito ad affermarsi sul mercato edile, alterandone i meccanismi ed acquisendo ingenti vantaggi economici, non solo per la propria attività nel settore dell’edilizia, ma anche per un’attività condotta, per il tramite di un sodale, nel settore della produzione e del commercio di prodotti della panificazione.
La confisca aveva riguardato le società PER.EDIL. srl, CO.STE.SON. srl, COSTRUZIONI E.P. srl, operanti nel settore edile, nonché la società CE.DI.PAN. srl, operante nel settore della panificazione, con tutti i beni aziendali di rispettiva pertinenza. Ed ancora immobili, terreni, automezzi, un’imbarcazione e vari rapporti bancari. Il tutto per un valore stimato in 25 milioni di euro.
Oggi la Cassazione annulla, con rinvio, la confisca, su ricorso avanzato dagli avvocati Vincenzo Isgrò, Saverio Campana, Salvatore Silvestro e Salvatore Stroscio.
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