Sono sei gli anni di ” proficua gestione” di Ancol, Lumen e Aram che sono finiti sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza. Dal 2006 al 2011, ogni carta relativa al transito di denaro nelle casse dei tre enti di formazione è stata spulciata dalle Fiamme Gialle. Anni in cui, sostiene l’accusa, Aram, Lumen e Ancol avrebbero anche proposto, ottenendone l’ok dalla Regione, una serie di progetti finanziati per una cifra che tocca i 43 milioni di euro. Trentadue quelli approvati per l’Aram ( costati alle casse regionali circa 23 milioni di euro); 15 per la Lumen( oltre 3 milioni); 20 quelli dell’Ancol ( quasi 17 milioni di finanziamenti ottenuti).Va specificato che gli enti di formazione sono associazioni senza scopo di lucro con finalità di gestione, per conto della Regione, denaro pubblico. Pertanto ogni progetto deve essere presentato, approvato e rendicontato. Quest’ultimo
passaggio, emergerebbe dall’inchiesta, sarebbe stato puramente formale.
Dei 3 enti sotto accusa quello che appare sganciato da logiche societarie che legano, invece, Lumen e Aram, è l’Ancol di Melino Capone. Elio Sauta è presidente dell’Aram, anche vicepresidente dell’Esofop e, di fatto,- sostengono gli investigatori- gestirebbe anche il Cesam. L’Aram- risulterebbe dalla documentazione visionata – e la Lumen avrebbero interagito con altre società in termini di servizi. Risulterebbe che la Trinacria
2001 s.r.l (in liquidazione da gennaio 2007 e fino a quella data gestita da Graziella Feliciotto ( moglie di Sauta), tra il 2006 e il 2008 ha emesso fatture all’Aram per 247 mila euro. Si tratta di fatture relative ai servizi di pulizia e all’affitto di alcuni locali ad Agrigento. Nulla di strano, apparentemente, se non fosse che scale e locali delle sedi d Messina (viale Principe Umberto), Catania, Palermo e Agrigento, ebbero un costo , su fattura, di 84 mila e 28 mila euro. Altra stranezza rilevata dagli inquirenti è che la Trinacria aveva alle proprie dipendenze soltanto 5 persone con paghe variabili dai 400 agli 800 euro mensili. Per l’accusa questa è una chiara distrazione di risorse pubbliche attuata con il sistema delle sovraffatturazioni.
Anche gli affitti delle sedi, esosi e non corrispondenti al reale costo ma aumentati a dismisura tramite il metodo del subaffitto, sarebbero stati un’altra chicca del sistema formazione. Un passaggio dell’ordinanza cita un caso emblema. Elio Sauta e Nicola
Bartolone, vicepresidente Aram, affittano per 36mila euro annui un immobile a Catania per collocare una sede Elfi Immobiliare. Poco dopo – sostiene l’accusa – lo subaffittano, a 65mila euro, all’Aram. La Regione paga 29mila euro in più l’affitto della sede
di un corso di formazione.
Proprio la Elfi, amministrata dalla moglie di Sauta, Graziella Feliciotto- risulterebbe dai documenti visionati – dal 2008 al 2012 avrebbe emesso fatture per 675 mila euro all’Aram. Dall’analisi degli estratti conto, inoltre, emergono bonifici in favore di Sauta e della moglie per 380 mila euro.
Un’anomalia, poi, salta fuori dal noleggio che la Elfi effettua all’Aram di attrezzature che risultano acquistate dalla Sicilia Service e, in minima parte, dalla Napi Service, entrambe ritenute riconducibili a Natale Lo Presti, socio unico dell’Aram.
Un’altra societa, la “Centro Servizi 2000 s.r.l.”, con sede a Villafranca e uffici a Messina, che si occupa di noleggio di attrezzature per ufficio e materiale informatico e della relativa
manutenzione,che nel biennio 2010/12 risulta avere un solo dipendente, ha avuto rapporti continuativi con la Lumen e con l’Aram dal 2006 al 2011, emettendo fatture rispettivamente per 395 mila e 542 mila euro. Nel 2006 la “Centro Servizi” sarebbe stata amministrata da Graziella Feliciotto e da Chiara Schirò, moglie di Francantonio
Genovese.
Infine, sotto i riflettori della Procura anche le indennità di frequenza.
Gli indagati della operazione “Corsi d’oro” sono 20: 15 persone fisiche, 5 persone giuridiche. Tra queste ultime le società: Ancol, Elfi Immobiliare, Sicilia Service, Centro Servizi 2000 e associazione Pianeta verde. Tutte con sede a Messina.
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