Sono 5 le condanne decise dal gup Maria Vermiglio per gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato nel procedimento penale scaturito dall’inchiesta sui furti di gasolio all’Atm.
Era l’alba del 25 ottobre 2014 quando la Digos notificò 11 misure cautelari ai componenti della “banda del gasolio”. Così venne chiamata l’organizzazione attiva nei furti di carburante, che avvenivano di notte, nel deposito dell’Atm. I serbatoi dei mezzi dell’azienda cittadina addetta al trasporto pubblico venivamo semisvuotati. Il carburante, trasferito in bidoni che venivano caricati su un furgoncino, poche ore dopo, alle prime luci dell’alba, era in vendita in un piazzale di Santa Lucia Sopra Contesse, in contrada Campolino. Lì, l’insolito “distributore” riforniva di gasolio sottocosto ( 1 euro, o 1,20 al litro) alcuni tra i dipendenti Atm, amici e parenti dei componenti la banda, e ambulanti della zona. A gestire il tutto, una coppia di coniugi,lui si occupava del furto, lei attendeva in auto e poi gestiva il “distributore di famiglia”. Secondo gli inquirenti il tutto sarebbe andato avanti dal 2011, consentendo un guadagno di 180mila euro, ma il danno prodotto all’azienda sarebbe stato di oltre 250mila euro.
Tra i 5 condannati con il rito abbreviato: Placido Fumia, impiegato Atm, addetto al servizio di guardianìa; Giovanni Batessa; Giuseppa Urbino (moglie di Batessa); Venero Rizzo; Antonino Siracusano e Domenico Cristian Batessa, figlio di Giovanni Batessa e Giuseppa Urbino. Per loro condanne variabili dai 2 ai 6 anni e mezzo di reclusione.
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