Condanna a 2 anni e 10 mesi, decisa dal giudice monocratico Massimiliano Micali, per Carmelo Famà, ingegnere, di Roccalumera, accusato di falso e truffa. Famà, da reggente dell’Ufficio tecnico di Taormina venne assunto in mobilità al Comune di Messina come dirigente responsabile del Dipartimento attività edilizie e repressione abusivismo, con una retribuzione annua di 72.069,53 euro. Proprio sul suo trasferimento da un un Comune all’altro, la procura accese i riflettori.
L’inchiesta, al tempo – era il 2010 – avviata dal sostituto procuratore Stefano Ammendola a seguito di un esposto, ipotizzava che l’ing. Famà nella sua istanza di mobilità che lo portò a Messina, aveva falsamente attestato di essere dirigente a tempo indeterminato alle dipendenze del Comune di Taormina, mentre la sua qualifica era di capo comparto del Servizio urbanistica ed era stato nominato nel 1996 come dirigente temporaneamente e reggente dell’Ufficio tecnico comunale.
Furono sentiti in parecchi tra politici e amministratori, compresi i due sindaci del tempo, di Messina e Taormina, Buzzanca e Passalacqua.
Dichiarazioni che, insieme alla documentazione acquisita, nel 2011 valsero, al gip Luana Lino, la decisione che: ” era provata, con la qualificata probabilità richiesta in questa sede, la mancanza della qualifica dirigenziale in capo all’odierno indagato”.
“Il 22 dicembre 2009 – scriveva il gip Lino nel suo provvedimento –, con deliberazione della Giunta Municipale n. 973, veniva autorizzato il trasferimento del Famà, che prendeva servizio il 1° marzo 2010. L’intera procedura concorsuale ha avuto quindi una durata di soli 19 giorni (l’unica domanda presentata, quella di Famà, era pervenuta il 16 dicembre, il Piano di assunzione di personale a Palazzo Zanca era del 3 dicembre). E già questa circostanza rappresenta una anomalia della vicenda che ci occupa. Né, contrariamente a quanto previsto dall’art. 71 bis prima citato, alcuna commissione ha valutato il curriculum presentato dall’ing. Famà”.
Inoltre, a supporto della decisione del gip, ci fu anche la dichiarazione dell’ex funzionario del Comune di Messina, Santi Alligo, che ricopriva la carica di segretario generale del Comune di Taormina proprio nel periodo in cui all’ing. Famà erano state attribuite le temporanee mansioni dirigenziali”.
Ieri, Famà, comparso davanti al tribunale monocratico, è stato condannato a 2 anni e 10 mesi, pena sospesa. E’ stato difeso dagli avvocati Antonio Strangi e Paolo Turiano. A rappresentare il Comune di Messina, l’avvocato Bonaventura Candido.
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