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Caso Messina. Si riapre il processo per gli ex magistrati Lembo e Mondello

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cassazione01La seconda sezione della Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio, la sentenza d’appello del cosiddetto “processo Lembo”, altrimenti detto, Caso Messina”. Al centro del processo la gestione del pentito Luigi Sparacio, boss messinese che per anni ha gestito il crimine organizzato in città.
Nel processo, su denuncia dell’avvocato messinese Ugo Colonna, rimasero coinvolti, tra altri, l’ex sostituto procuratore nazionale antimafia Giovanni Lembo e l’ex magistrato Marcello Mondello. Per questo motivo la competenza territoriale per lo svolgimento delle indagini e dello stesso processo passò alla procura e al Tribunale di Catania. Era il 1997 quando Colonna denunciò collusioni giudiziarie nella gestione del pentito Luigi Sparacio, finalizzate a coprire le modalità con le quali per anni erano stati favoriti i massimi esponenti dei gruppi mafiosi peloritani.
Dopo le condanne di primo grado ( nel 2008),  nel 2013 arriva la sentenza della Corte d’appello catanese, che ha confermato le condanne nei confronti del falso pentito Luigi Sparacio (6 anni e 4 mesi) e dell’ex magistrato Marcello Mondello (7 anni). Ha assolto l’ex maresciallo dei carabinieri, Antonio Princi (imputato di calunnia nei confronti dell’avv. Colonna e del collaboratore Paratore), ed è stata dichiarata la prescrizione nei confronti dell’imputato eccellente, l’ex sostituto procuratore nazionale antimafia Giovanni Lembo, perché è stata ritenuta insussistente l’aggravante mafiosa applicata dal Tribunale.
Ma la Procura Generale, gli imputati ( tranne , ovvio, l’assolto Princi) e lo stesso avvocato Colonna fecero appello in Cassazione. Un anno dopo, il verdetto della Suprema Corte: rinvio ad una nuova sezione della Corte d’Appello di Catania per nuova sentenza. Si ricomincia.

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