Foto conferenza TPC libri antichi rubati

Aveva lanciato un’asta online di libri antichi rubati: indagato per ricettazione

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Ritrovati dai Carabinieri 342 preziosi libri antichi rubati risalenti al periodo che va dal XV al XIX secolo. Tra questi, l’edizione del 1476 del “De unitate intellectus contra Averroem” di Tommaso d’Aquino, copia rara di cui sono stati censiti solo 26 esemplari, 2 dei quali si trovano in Sicilia.

I militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno sequestrato 342 preziosi libri antichi, riconducibili ad un periodo storico compreso tra i secoli XV e XIX, di proprietà della Biblioteca Ignaziana di Messina, appartenente all’Ordine della Compagnia di Gesù.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina e condotte dalla Sezione Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Siracusa, in collaborazione con l’Arma territoriale di Messina, sono state sviluppate a seguito di una sistematica azione di monitoraggio dei siti e-commerce, più volte utilizzati anche per l’illecito commercio di beni d’antiquariato e archivistici.

Tra il consistente numero di volumi rinvenuti, è stato individuato un nucleo di tomi che evidenzia le caratteristiche della preziosità e rarità, quali la presenza di annotazioni manoscritte, elementi decorativi miniati e note d’uso storicamente molto interessanti. È il caso di tre pregiati incunaboli, tra cui l’edizione del 1476 del “De unitate intellectus contra Averroem” di Tommaso d’Aquino, da considerarsi un unicum poiché edizione rara censita in soli 26 esemplari (2 in Sicilia).

Le investigazioni, condotte mediante l’utilizzo del peculiare strumento di indagine costituito dalla Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte rubate al mondo, gestita dal Comando Carabinieri TPC, hanno permesso di individuare un privato cittadino che aveva attivato un’asta on-line per la vendita dei libri antichi rubati. Questo dimostra, ancora una volta, come il web costituisce uno dei canali di comunicazione preferenziali, in quanto consente di raggiungere facilmente una vastissima platea di potenziali acquirenti.

All’indagato è stato contestato il reato di “ricettazione”.

Fonte: Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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