C’è anche Messina tra le città in cui era attiva una banda dedita alla prostituzione. La Squadra Mobile di Siracusa, coordinata dalla Procura locale, ha sgominato una gang accusata di reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione di giovani donne di origine romene. La banda era attiva a Siracusa e nelle province di Catania e Messina. Gli indagati, cinque uomini di nazionalita’ romene e tre italiani della provincia di Messina, secondo quanto accertato nel corso dell’operazione denominata “Iubita”, termine romeno che significa “amore mio”, persuadevano le giovani donne a partire per l’Italia con promesse di cospicui guadagni e lavori illeciti e le obbligavano, una volta giunte in Sicilia, a prostituirsi in strada, a Siracusa, Catania e Messina, con base logistica a Furci Siculo.
A tre degli indagati il provvedimento e’ stato notificato in carcere dove si trovano reclusi per fatti analoghi. Dei tre italiani due risultano incensurati, mentre il terzo risulta pregiudicato in materia di armi. Il luogo maggiormente utilizzato era la strada per Canicattini Bagni. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche che hanno documentato violenze e ritorsioni iniziate nei primi mesi del 2010. Mentre i romeni provvedevano al reclutamento, alla collocazione sul mercato, alla gestione e riscossione dei guadagni, gli italiani si occupavano, dietro compenso in denaro, di accompagnare le donne sui luoghi di prostituzione, di riportarle a casa e di provvedere alle loro esigenze logistiche.
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In ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali. La risposta è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.