È possibile prevedere gli incendi sapendo quando si sta per verificare il fenomeno ed essendo in grado di localizzarlo, per un intervento pronto ed efficace?
Due studiosi messinesi hanno trovato la risposta al problema ideando una piattaforma predittiva in grado di monitorare il territorio in tempo reale.
Gli incendi boschivi rappresentano una problematica attuale e molto significativa in numerose regioni, minando irreversibilmente l’integrità del patrimonio ambientale. Il territorio del messinese è molto colpito dal fenomeno soprattutto nei mesi estivi quando le precipitazioni scarseggiano, basta ricordare il protrarsi di incendi che nello scorso luglio ha attaccato le colline sino a lambire il centro abitato.
Proprio questi recenti fatti hanno spinto la giovane studiosa messinese, Iolanda Borzì, dottoranda in Ingegneria civile, ambientale e della sicurezza, a chiedersi come si potesse risolvere il problema. Con il supporto di Antonino Galletta, anche lui dottorando, basandosi sulle dinamiche idrogeologiche e ambientali alla base dei processi che scatenano gli incendi, ha provato a dare una risposta integrando le funzioni base del Canadian Fire Weather Index (FWI): lo strumento universalmente condiviso e utilizzato per il calcolo del rischio da incendi, utilizzato a livello internazionale da oltre 40 anni.
Tale strumento, tuttavia, non è pensato per prevedere gli incendi e non può, quindi, essere di supporto per un intervento rapido. Da qui l’idea dei due dottorandi.
I due studiosi hanno colmato questa lacuna tramite un algoritmo di natura empirica, implementando l’utilizzo con le più moderne tecnologie di monitoraggio real-time, acquisizione sensoristica da rilevamenti-drone, elaborazione e gestione dati Cloud e Big-Data, in modo da poter fornire agli Enti di protezione e tutela dei beni ambientali uno strumento efficiente e indipendente per la prevenzione e la protezione del territorio dagli incendi.
La Metodologia predittiva innovativa del Fire Weather Index si pone come obiettivo la creazione di uno strumento che sia in grado di:
- monitorare in tempo reale il territorio (la piattaforma invia allarmi specifici al verificarsi di certe condizioni);
- circoscrivere e ridurre le aree incendiate (la piattaforma rileva anche piccolissimi incendi in via di sviluppo);
- prevedere i danni che potrebbe provocare lo sviluppo di un incendio (calcolando le aree ad alto rischio).
La piattaforma, monitorando una moltitudine di dati differenti (quali ad esempio temperatura dell’aria, velocità del vento, altezze di pioggia ecc) è in grado di calcolare il FWI, di predire il verificarsi di condizioni critiche e di inviare allarmi al fine di evitarle.
Come ci ha spiegato Iolanda Borzì, si tratta di un monitoraggio non invasivo, che permetterebbe sicuramente un intervento tempestivo e quindi la circoscrizione dell’evento incendio. L’efficacia dipende dall’estensione dell’area di controllo scelta, ad esempio su un territorio come il nostro, l’applicazione solo su un versante non potrebbe proteggere l’altro.
Il fenomeno degli incendi è ancora più importante in quanto non si circoscrive in un limitato periodo temporale: le conseguenze modificano il territorio e si riflettono sul problema del dissesto idrogeologico, limitando la capacità del terreno di resistere alle piogge, aumentando così la possibilità di frane e smottamenti. Effetti che possono perdurare anche per anni.
Il progetto è valso la vittoria della tredicesima edizione del premio Leonardo, grazie al quale i due studiosi hanno ricevuto un riconoscimento in denaro e la possibilità di effettuare uno stage di 6 mesi presso l’azienda Leonardo, che ha già espresso interesse verso lo sviluppo dell’idea. Non resta che sperare che la metodologia venga presto integrata nel monitoraggio, anche a livello locale, per permettere a chi di competenza di limitare i danni e proteggere il nostro territorio.
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