Il 94% del territorio della Sicilia è coperto dalla rete internet ad alta velocità, ma solo il 35,4% delle famiglie ne usufruiscono a tutti gli effetti. È questo il quadro fotografato da Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che mette l’Isola al terzo posto in Italia per livello di copertura, ma al settimo per la diffusione effettiva, indicando una forbice tra i due parametri ancora piuttosto ampia.
Una sezione della relazione annuale dell’Agcom del 2020 è dedicata all’“impatto del coronavirus nei settori regolati”. Nel documento viene analizzato, tra le altre cose, come internet abbia influito sulle abitudini degli italiani durante il covid-19 e come li ha aiutati. Una parte del report mette in evidenza i livelli di copertura di internet in Italia e li relaziona alla diffusione della rete, in poche parole alla percentuale delle famiglie che effettivamente la utilizzano.
I dati, in generale, sono abbastanza sconfortanti. Soprattutto nelle regioni del Sud Italia (Sicilia compresa) la forbice tra la copertura e la diffusione tra le famiglie è ancora molto ampia e mostra un problema con risvolti socio-economici di non poca importanza.
La Sicilia, nello specifico, è terza in Italia per copertura, con il 94%, ma è anche settima per diffusione della rete internet tra le famiglie della Regione fermandosi a una percentuale del 35,4%. A onor del vero, non c’è un singolo territorio in cui tale parametro arrivi al 50%. Il Lazio, la Lombardia e la Campania, che su questo fronte se la cavano meglio, collezionano rispettivamente un 44,2%, un 41,3% e un 41,4%.
A spiegare meglio i dati è l’Agcom stessa che nel report redatto specifica: «Come più volte evidenziato dall’Autorità (ad esempio in occasione delle Relazioni al Parlamento), emerge in Italia una forte discrepanza tra copertura infrastrutturale del territorio e penetrazione dei servizi.
Da una parte – prosegue –, senza l’adeguata infrastrutturazione gli operatori non potrebbero offrire servizi qualitativamente migliori. Dall’altra parte, sono gli individui/famiglie (e le imprese) che effettuano l’eventuale decisione di acquisto dei servizi di connessione; ciò sulla base di processi decisionali che, in alcuni casi, possono risultare anche di una certa complessità. A fronte di livelli di copertura territoriale che potenzialmente consentono all’88,9% delle famiglie italiane di accedere a servizi internet con velocità maggiori o uguali a 30 Mbps, solo il 37,2% di esse possiede effettivamente una simile connessione».
Non solo, queste discrepanza è rilevata in misura diversa per area geografica: «Nelle regioni meridionali – spiega l’Agcom – la forbice tra copertura (infrastrutturazione) e diffusione (penetrazione) dei servizi broadband e ultrabroadband appare assai maggiore. Infatti, nelle regioni che hanno goduto di investimenti infrastrutturali di stato (come la Sicilia e la Calabria) non si è assistito al successivo decollo (take off) dei servizi. Ciò mette ulteriormente in luce quanto l’effettiva penetrazione sia un fenomeno complesso in cui un ruolo chiave è svolto da variabili di domanda. Stimolare la capacità di spesa delle famiglie (demand pull), quindi, rappresenta uno strumento necessario, da affiancare alla pianificazione degli investimenti infrastrutturali (technology push), al fine di dare un forte impulso al processo di digitalizzazione del Paese, specie in un momento di così drammatica crisi economica».
Per quel che riguarda le conseguenze di questa situazione, il report evidenzia come l’accesso a internet sia stato importante durante il coronavirus e come possa mettere ancora più in rilievo le diseguaglianze sociali: «La dotazione digitale da parte degli individui/famiglie assurge ad ulteriore fattore di criticità, in grado sia di ampliare disuguaglianze preesistenti, sia di generarne delle nuove. Questo aspetto è venuto naturalmente alla luce nel momento in cui una rilevante parte della popolazione è stata costretta a lavorare da casa e il sistema dell’istruzione si è del tutto trasferito online, fenomeno che non ha precedenti nella storia dell’umanità».
Il report completo è disponibile qui.
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