Una visita guidata alla storia e alle tradizioni della Sicilia attraverso il cibo e l’Arte. È questo l’intento del pittore Dimitri Salonia, artista messinese fondatore della Scuola Coloristica Siciliana, che sarà presente all’Expo di Milano dal 29 maggio al 29 giugno. L’artista presenterà durante una conferenza stampa l’uno giugno alle 10.30 al Padiglione Casa Don Bosco dell’Expo di Milano, un evento su “I mercati siciliani e l’Arte: tradizioni della cultura culinaria del cibo da strada. Risvolti sociali ed etnoantropologici”.
All’evento parteciperà anche l’artista Lidia Monachino della Scuola Coloristica Siciliana. Salonia illustrerà le manifestazioni popolari dei più noti mercati della Sicilia, già descritti in passato anche da Bufalino e dipinti da Guttuso. Realizzerà anche un’installazione multimediale, ricreando sul posto l’atmosfera di un vero mercato siciliano. Utilizzerà quindi un metalinguaggio artistico, che esalterà il contenuto delle sue opere. Il senso interpretativo dei quadri difatti, non sarà solo nella pittura, ma nello spazio creativo formato della “cornice” realizzata intorno. La scenografia di Salonia modellerà gli oggetti plasmandoli concettualmente, e in un turbinio di voci, suoni, e colori, i quadri, potranno essere apprezzati immaginando i luoghi rappresentati, e, allo stesso tempo, sentendone la presenza. Sarà poi evidenziato anche il ruolo del cibo da strada, che riesce a tramandare importanti valori culturali, identitari ed etnici.
I mercati siciliani più famosi da Ballarò alla Vucciria, sono difatti, luoghi dove la socializzazione, le grida, gli sguardi, la gestualità, assumono significati particolari. Nella scena gastronomica urbana si passa dalla tradizione al gourmet, elaborando la tendenza street food. Coniugano il linguaggio dei sapori con quelli della cultura e della comunicazione inventano ‘brand’ urbani. Sono anche però una rappresentazione rituale che permette di creare un’anima sociale come spiega lo stesso Dimitri Salonia: “Con i pastelli ho scritto del colore sofferto dell’ultimo mercato, ho registrato il calore variopinto del suono delle sue voci, ho fermato il brillio variopinto e gioioso della merce di prima scelta e quello smorto della privazione, ho registrato il colore acceso delle grida di “banniata” e quello arrabbiato della concorrenza, ho visto con l’anima e con i sensi il rosso dei teloni e il grigio della pioggia, trafitti da un raggio di sole, ho sentito le acri tinte del marcio degli scarti e dell’olezzo dei rifiuti. I mercati hanno smascherato la tragica allegria, analizzando le reti misteriose e molteplici dell’anima malinconica dei siciliani. Ho fermato il perpetuarsi e l’espandersi di quel grido di mercati lacerati dal tempo, ancora vivo sotto i rossi ombrelloni che immersi e sommersi nella solitudine di un apparente letargo, si accendono di qualche rara figura di un uomo e di donna, fino a creare l’animazione di una folla ancora muta, dove il singolo si perde in trasparenze luminose”.
Dimitri Salonia poi accenna anche alla funzione dei mercati come luogo da preservare rispetto alla modernità del non luogo come è un centro commerciale. “Nella culla protettiva del quartiere – spiega Salonia – ai tempi dell’antica memoria, c’erano i mercati rionali, pieni di vita, di voci e di colori, prima di essere uccisi dall’accetta della bonifica e del restauro, della distruzione del bello e del buono. Quei personaggi, incastonati in angusti spazi di relazione, degradati e persi, con le loro voci e le loro antiche lingue, hanno tentato di presidiare ancora, fino alla fine, quei mitici luoghi, agonizzanti, che non vogliono morire, nel paradosso della loro fisica dissoluzione, e tuttavia vivono ancora nelle indistruttibili fortezze del nostro ricordo. E ti sembra che gli allegri personaggi di questo palcoscenico incantato, pittori immaginosi di questo sbadiglio dell’umanità, si risvegliano da un sonno millenario, per cantare con te un coro, che si sbriciola tra le dita”.
L’artista nei mercati rappresenta soprattutto la gioia di vivere dei siciliani che, come dice lo il critico Vittorio Sgarbi nella monografia di Salonia è un aspetto ricorrente nella sua Arte: “Per Dimitri Salonia, la Belle Epoque non è mai finita. Sta ancora dentro di noi, se solo lo vogliamo (Vittorio Sgarbi).
L’Artista – Dimitri Salonia, talento precoce vocato alla pittura, fin dalla più tenera età frequenta la bottega del nonno materno Michele Amoroso, pittore figurativo di stampo impressionistico, esponente della scuola dei macchiaioli napoletani, e allievo di Domenico Morelli.
Creatore di uno stile personale e inconfondibile, fonda la Scuola Coloristica Siciliana. Salonia trae ispirazione dall’arte e dalle tradizioni siciliane; apprezza e studia gli antichi mestieri dei decoratori di carretti siciliani, i pannelli lignei dei cantastorie erranti, i teatrini dell’Opera dei Pupi, la brulicante umanità e il dissennato vociare dei mercati siciliani. Proprio questi ultimi saranno oggetto di una importante collezione esposta con successo in gallerie e musei di tutto il mondo. Nelle sue opere reinventa – senza snaturarla – la matrice popolare siciliana, l’evoluzione dell’Arte Bizantina e Arabo Normanna, l’impasto coloristico filtrato dalla cultura del Rinascimento e dalla policromia dell’Impressionismo Le sue opere sono esposte nei più prestigiosi musei europei, in tante chiese italiane e nei conventi Basiliani della Sicilia. Degno di menzione il grande dipinto di Fragalà sulla battaglia di Ruggero d’Altavilla contro i mori. Molto ammirata la sua installazione a Salina per il ventennale della morte di Massimo Troisi.
La Scuola Coloristica – Qualcosa di nuovo, anzi d’antico. Salonia ha fondato la Scuola Coloristica Siciliana inventando l’arte a più mani, grazie alla quale tanti artisti, assorbendo la linfa vitale e culturale del maestro Dimitri, hanno mostrato al mondo la tradizione dell’arte Siciliana e soprattutto i suoi splendidi colori.
Critici che hanno elogiato l’artista: Vittorio Sgarbi, Luigi Tallarico, Lucio Barbera, Hanns Theodor Flemming, William Congdon, Franco Grasso, Pepè Spatari, Nino Ferraù, Geri Villaroel, Francesco Chetta e altri.
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