Il consigliere Salvatore Sorbello avanza la proposta di creare degli orti urbani a Messina. Il consigliere di Ora Sicilia, infatti, chiede all’Amministrazione di predisporre un piano comunale in cooperazione con l’Agenzia Comunale per il risanamento e la Riqualificazione della Città di Messina (Arisme) per realizzare gli spazi verdi coltivabili da dare in concessione alla cittadinanza.
Per Sorbello il piano comunale sarebbe necessario «per concedere lotti di terreno – scrive il consigliere in una nota ufficiale – appartenenti alle aree sbaraccate od ancora da sbaraccare, da riqualificare in ambito di risanamento, ove non è consentito costruire, affinché tali fondi possano essere utilizzati per la creazione di orti urbani. Sui criteri di scelta e selezione dei lotti ai concessionari si valuti un passaggio interlocutorio con il Consiglio Comunale e la predisposizione di un regolamento a tal fine».
Gli Orti Urbani a Messina?
Il consigliere Sorbello, per conoscere il parere della cittadinanza, utilizza i social pubblicando un selfie (in foto) con alle spalle un potenziale lotto di terreno che potrebbe adeguarsi ad orto urbano.
Immediato il commento del consigliere di Libera Me, Alessandro Russo «l’ingegnere Amato deve esprimere da oltre un anno il parere sulla mia delibera che avvia proprio gli orti urbani a Messina. Un anno e più.
Almeno: questo mi dice il Presidente del Consiglio Comunale. Un parere che non arrivasse da oltre un anno sarebbe motivo di valutazione disciplinare altrove in Italia, non trovi?».
Cos’è un orto urbano?
Gli orti urbani sono spazi di verdi di proprietà comunale, la cui gestione è affidata per un periodo di tempo definito ai singoli cittadini, più spesso riuniti in specifiche associazioni. I beneficiari dell’orto urbano possono produrre fiori, frutta e ortaggi per soddisfare i bisogni degli assegnatari.
Molto spesso, l’orto urbano viene utilizzato come strumento concreto per combattere il degrado in specifiche aree periferiche. In Italia, gli orti urbani nascono durante la Seconda Guerra Mondiale quando fu lanciata una campagna per gli Orticelli di Guerra: tutto il verde pubblico, in buona sostanza, venne messo a disposizione della popolazione per coltivare verdure e legumi, con l’obiettivo finale di non lasciare incolto neppure un lembo di terra.
Nel 2017, l’Istat segnalava un vero e proprio boom degli orti urbani e del cosiddetto fenomeno degli “urban farmes”, guidato dall’Emilia Romagna, Lombardia e Toscana.
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