Dare voce e spazio ai più giovani, consentirgli di avvicinarsi alla vita amministrativa della città dello Stretto e per ascoltarne le istanze: questo l’obiettivo della Consulta giovanile, oggetto della votazione di oggi in Consiglio Comunale. L’Aula ha infatti discusso la delibera che modifica il Regolamento precedente, risalente al 2021, ed evidentemente mai messo in pratica. Dopo un vivace dibattito, il Civico Consesso ha approvato il documento. Cosa prevede.
Ad illustrare la delibera, il dirigente Salvatore De Francesco: «Questo Regolamento – ha spiegato – è una grande opportunità. Veniamo da un periodo difficile, in cui i giovani sono tra quelli che hanno sofferto maggiormente. L’obiettivo è coinvolgere i giovani, i ragazzi, nell’amministrazione per preparare la classe futura. Il regolamento stabilisce la struttura della consulta e le sue funzioni. Poi starà a noi darle un ruolo effettivo». L’assessore alle Politiche Giovanili, Liana Cannata, ha spiegato il contenuto di alcuni emendamenti che sostanzialmente correggevano refusi e ripetizioni.
La delibera è stata approvata con 15 voti favorevoli, 2 contrari (Felice Calabrò e Antonella Russo) e 2 astenuti (Dario Carbone e Giovanni Caruso).
Il dibattito in Aula
Una piccola premessa. Nel 2021 il Consiglio Comunale di allora ha approvato l’istituzione della Consulta giovanile che, però, da allora, non è mai stata formata. Oggi l’argomento è tornato in Aula per alcune modifiche richieste dall’assessore alle Politiche Giovanili, Liana Cannata, e si è scatenato un acceso dibattito, in particolare attorno all’articolo 5. Cosa prevede? Prevede che della Consulta sia membro anche l’assessore alle Politiche giovanili (ma senza diritto di voto).
A sollevare la questione, la consigliera del Pd Antonella Russo, con un emendamento: «Inserendo un assessore o un rappresentante del Sindaco dentro la Consulta se ne mina l’autonomia. Non c’è paragone tra il peso che hanno un sindaco o un assessore rispetto a un altro membro della consulta. La Consulta deve essere autonoma, non devono esserci rappresentanti del Palazzo, per tutelarne l’autonomia e la libertà». Sulla stessa linea, il collega Felice Calabrò: «La presenza di un assessore non può non influenzare dei ragazzi giovani tra i 16 e i 26 anni».
In disaccordo l’assessore Liana Cannata: «L’intento non è quello di minare l’autonomia della Consulta, ma creare un elemento di raccordo, affinché la Consulta non resti semplicemente sulla carta». L’emendamento, in ogni caso, è stato bocciato, quindi l’assessore alle Politiche Giovanili sarà membro della Consulta (senza diritto di voto).
Cosa prevede il Regolamento sulla Consulta giovanile di Messina?
La Consulta giovanile di Messina fa da ponte tra i giovani e l’amministrazione comunale. Può esprimere pareri e raccomandazioni, non vincolanti, relativamente agli atti e ai progetti sulle politiche giovanili; elaborare documenti e proposte da sottoporre alla Giunta e al Consiglio Comunale; promuovere progetti, iniziative e dibattiti pubblici inerenti la condizione giovanile per favorirne la
crescita socio-culturale, creativa, formativa e professionale. Dialogherà, inoltre, con la Consulta giovanile regionale.
Possono aderire alla Consulta associazioni, comitati e organizzazioni di volontariato, scolastiche, universitarie, religiose, sociali, ambientali senza scopo di lucro, che potranno fare domanda attraverso un apposito bando. Ogni associazione e organizzazione unitamente alla domanda di partecipazione dovrà designare un proprio rappresentante effettivo (che dovrà avere tra i 16 e i 26 anni ed essere iscritto da almeno un anno).
La Consulta sarà quindi costituita da un’Assemblea e un Presidente, che svolgeranno l’incarico a titolo gratuito e senza alcun rimborso spese. L’Assemblea, organo deliberativo, avrà al suo interno anche l’assessore alle Politiche Sociali (senza diritto di voto). Non potranno farne parte giovani che fanno parte di gruppi politici.
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