«Mi chiamo Placido, sono nato a Piazza Duomo e sono qui oggi, da solo, a presentare la mia candidatura come sindaco di Messina». Così Dino Bramanti ha aperto questa mattina la sua prima conferenza stampa ufficiale da candidato sindaco, in un foyer gremito di gente. Un frase all’apparenza semplice ma che racchiude un’idea ben precisa e nuova di politica. «Come potete vedere oggi non è presente nessun politico accanto a me e nessun simbolo di partito compare accanto al mio nome. Questo perchè sono io a scendere in campo, io che non sono un politico ma un messinese che vuole nuovamente portare in alto il nome della sua città». Bramanti, quindi, non si presenta come il “candidato di destra” delle elezioni amministrative del 10 giugno e l’unico politico che cita in maniera aperta è Musumeci. «Quando il presidente Musumeci mi ha chiamato, ha avuto dei termini molto convincenti per me. Mi ha detto: “La tua città, i tuoi valori. Cosa possiamo fare insieme per Messina?” e da lì è iniziato tutto».
Nasce da questa domanda del Presidente della Regione Sicilia il “modello Messina” di Bramanti. Un meccanismo snello ma efficace che ha come obiettivo quello di rispondere alle esigenze dei cittadini. «Dobbiamo abbandonare la vecchia politica, che è riuscita soltanto a creare un vuoto tra cittadini ed istituzioni. Il mio è un disegno di inclusione: non devo litigare con i partiti, devo dialogare con loro». Bramanti, quindi, si dichiara pronto a fare “squadra” e ad includere tutte le forze politiche che sisposte a farlo, indipendentemente che facciano parte della sinistra, del centro o della destra. «Si parte dalla coalizione del presidente Musumeci – ha specificato il candidato sindaco – ma sono aperto a tutti coloro che vogliono collaborare per fare il bene di Messina, portando idee ma soprattutto soluzioni».
E le soluzioni di cui parla Bramanti riguardano gli aspetti della vita quotidiana: il lavoro, la disoccupazione, la fuga dei giovani dalla città. «Il nostro sogno qual è? Far tornare Messina ai fasti del passato. Forse è una missione impossibile ma io sono fiducioso, come lo sono sempre quando ho un programma, quando ho delle idee e quando ho delle risorge». Onestà, progettualità e impegno: sono queste le tre parole chiave che secondo Bramanti possono davvero cambiare le cose in città.
E parlando di progetti non poteva mancare il riferimento al Ponte sullo Stretto, di cui Bramanti non nega di essere un sostenitore. «Mi sono trovato più volte a discutere del Ponte con l’attuale sindaco Accortini, con il quale c’è un rapporto di profonda stima ed amicizia. Lui è contrario, io sono favorevole ma, se domani il governo nazionale e l’Europa dovessero decidere di finanziare il Ponte, io farei soltanto una cosa: un referendum per i messinesi, per capire davvero quanti cittadini vogliono il ponte e quanti no».
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