A pochi giorni dall’inizio dei lavori, il progetto per la riqualificazione di via Don Blasco è stato bloccato dal Genio Civile. Un’amara notizia per Messina, rimasta incredula di fronte a questa decisione. La domanda adesso è una sola: perchè il Genio Civile ha detto NO?
Leggendo con attenzione il documento scritto dall’Ingegnere Capo Leonardo Santoro, si capisce che il problema principale riguarda la mancanza di alcune autorizzazioni ai fini sismici. Il progetto, infatti, viene restituito per una complessiva rielaborazione a causa dell’assenza di verifiche sismiche delle strutture strategiche che vengono interessate dal tracciato stradale.
Sono ben trenta le richieste che vengono effettuate. Noi ve le sintetizziamo in 10 punti.
Per poter procedere con i lavori di riqualificazione in via Don Blasco sarà necessario:
- eseguire interventi di adeguamento, miglioramento o rafforzamento sismico su tutte le infrastrutture stradali, ferroviarie ed idrauliche esistenti e con cui interferisce l’infrastruttura viaria;
- considerare le opere come rientranti nella categoria “Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico” ed effettuare, di conseguenza, interventi che ne garantiscano una vita utile maggiore di 100 anni (e non maggiore di 50 come attualmente previsto);
- chiedere l’autorizzazione all’ente proprietario del viadotto su via Tommaso Cannizzaro a farvi transitare i mezzi pesanti provenienti da via Don Blasco, fermo restando che le attuali condizioni di degrado strutturale posso metterne a rischio la possibilità di utilizzo;
- verificare la sicurezza sismica del ponte a due campate che si trova nel tratto compreso tra il cavalcavia su via Tommaso Cannizzaro, il terrapieno del cavalcavia San Raineri e la via Don Blasco. A causa del grave stato di degrado, infatti, non è possibile al momento autorizzarne l’utilizzo ai fini del traffico pesante.
- prevedere adeguate opere di protezione dal mare e dai fenomeni di erosione costiera che hanno già interessato il basamento fondale, eroso pericolosamente;
- verificare la sicurezza ed eventualmente procedere con un adeguamento sismico della galleria ferroviaria nel tratto interessato dall’infrastruttura;
- verificare la fattibilità delle manovre dei mezzi pesanti, sia orizzontale che verticale, nell’intersezione via Don Blasco – via Santa Cecilia;
- rivedere la scelta progettuale che prevede la copertura integrale del torrente Zaera per una lunghezza di 100 metri. Scelta non condivisibile e desueta, che mette a rischio la sicurezza idraulica del torrente e dell’area circostante;
- modificare la tavola 1.3G.1 poichè l’infrastruttura viaria appare interrompersi a valle del torrente portalegni;
- fornire l’autorizzazione all’attraversamento delle opere di proprietà RFI.
Dati i provvedimenti che vengono richiesti, sorgono d’obbligo diversi quesiti.
E’ possibile iniziare i lavori di un progetto così importante senza essere certi della stabilità delle strutture delle opere che ne fanno parte?
E’ possibile pensare di utilizzare di spazi e strutture senza avere l’autorizzazione dei legittimi proprietari?
E’ possibile avviare un cantiere per la costruzione di un’infrastruttura che nei progetti sembra interrompersi nel nulla?
Adesso la parola spetta al Comune che ha due alternative: la prima è iniziare a rielaborare il progetto in base a quanto richiesto dal Genio Civile; la seconda è presentare ricorso al Presidente della Regione Siciliana (entro 120 giorni), al Tribunale Amministrativo Regionale (entro 60 giorni) o al Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Tecnico presso l’Assessorato Regionale Infrastrutture e Mobilità (entro 30 giorni).
Una certezza, però, c’è: l’inizio ufficiale dei lavori per realizzare la nuova via Don Blasco, previsto nel mese di febbraio, sarà slittato a data da destinarsi.
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