Vittorio Sgarbi cambia idea e si scusa con il soprintendente Micali: le carte parlano chiaro, la demolizione del palazzo settecentesco di largo Avignone non è stata illecita. L’Assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia, dopo un sopralluogo in via degli Orti, dà il suo benestare al progetto.
Il palazzo di Largo Avignone, sorto nel ‘700, è stato demolito per consentire la costruzione di un edificio ultramoderno di 20 piani che avrebbe però riprodotto la facciata originaria. Da lì sono scaturite critiche e polemiche, tra cui la reazione di Vittorio Sgarbi, che ha in un primo momento definito “folle” l’intera operazione e l’azione del soprintendente ai Beni Culturali di Messina Orazio Micali.
Ma, carte alla mano, l’Assessore ha fatto un passo indietro: un sentenza del Tar del 2014 ha, infatti, sciolto il vincolo e rilasciato la concessione per l’inizio dei lavori.
Così, dopo una visita a Messina e a Taormina, un incontro con la giunta Accorinti e con il Soprintendente – intervallati da una telefonata in diretta con il conduttore della trasmissione radiofonica “La Zanzara”, Davide Parenzo – Sgarbi ha espresso parere favorevole alla costruzione del nuovo edificio. Cercherà, inoltre, di convincere l’azienda responsabile a ridurre il numero di piani del palazzo, da 20 a 10. L’importante è che la facciata originaria non vada perduta.
Al momento, in ogni caso, i lavori sono stati sospesi a causa del vincolo posto nei giorni scorsi dalla Soprintendenza.
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