La visita del Dalai Lama in città, che dovrebbe avvenire il prossimo mese di maggio, fortemente voluta dal sindaco Renato Accorinti, adesso rischia di scatenare una vero e proprio caso istituzionale.
Anzi, il caso istituzionale lo ha già scatenato, visto che nella giornata odierna negli uffici della Presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, è arrivata una lettera da parte dell’Ambasciata cinese, dove si invita il Comune a fare un passo indietro:”Secondo quanto si è appreso, il sindaco di Messina, Sig. Renato Accorinti ha invitato il Dalai Lama a visitare Messina e questa ambasciata desidera esprimere la ferma opposizione. Il Dalai Lama non è affatto un semplice personaggio religioso, ma un politico in esilio che svolge da lungo tempo le attività separatiste contro la sua Patria. Da tanti anni, sotto la maschera di “Religione e Pace”, il gruppo di Dalai Lama si presenta nello svolgimento delle attività separatiste contro la Cina, e si impegna nel sabotare l’unità fra i diversi gruppi etnici, suscitando indignazione del popolo cinese. Prima delle riforme democratiche svoltesi dal 1959 al 1965, il Tibet era una società teocratica ancora più buia del medioevo europeo, la quale si
reggeva sul sistema feudale e di servitù della gleba. Il 95% della popolazione tibetana era servi della gleba e schiavi, privi della libertà e dei diritti politici, e i monaci e aristocratici li prendevano come proprietà privata che poteva essere comprata, regalata, scambiata o valutata per pagare il debito”.
Nella lettera, l’Ambasciata cinese spiega come mai l’arrivo del Dalai Lama in riva allo Stretto rappresenterebbe un danno per l’economia del colosso asiatico:” Sin dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche sino-italiane, il Governo Italiano riconosce chiaramente il fatto che il Tibet fa parte della Cina e rispetta fermamente la “One China Policy”. Invitare il Dalai Lama a visitare Messina, non solo danneggerà la sovranità e interessi della Cina e il sentimento del popolo cinese, ma anche darà al mondo un segnale sbagliato che verrà usato dal gruppo di Dalai Lama come mezzi di propaganda per promuovere l’internazionalizzazione della “questione tibetana”. Attualmente, i rapporti fra la Cina e l’Italia mantengono un buon andamento di sviluppo, caratterizzati dagli intensi scambi di alto livello istituzionale e dalle fruttuose collaborazioni concrete in vari settori”.
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Continui su questa strada Signor Sindaco Accorinti… Purtroppo la Repubblica Popolare di Cina ha la coscienza sporca di sangue sull’argomento Tibet… Grazie…. Giuseppe 75 di Messina..