“Avere memoria del passato è importante, lo diciamo sempre. È importante affinché l’umanità non ripeta più gli stessi errori. Eppure, nonostante tutto, essi si ripetono ancora e ancora. E molte vite umane si spezzano uccise dal pregiudizio, dall’ignoranza, dall’odio razziale, dagli interessi economici, dalla sete di potere”.
Con queste parole il sindaco, Renato Accorinti, ha voluto ricordare l’orrore dell’Olocausto nella Giornata della Memoria. L’orrore del passato deve essere il monito per il futuro, ecco il messaggio lanciato dal primo cittadino: “Come fare quindi a trasformare la memoria del passato in un insegnamento, in un vero catalizzatore del cambiamento? Come possiamo far sì che il ricordo sia la scintilla per innescare una reale trasformazione? Io penso che tutto passi da una scelta precisa che ogni essere umano ha la possibilità di compiere: quella dell’ascolto del cuore. Parlo dell’importanza di ascoltare, e sentire davvero col cuore, l’eco di quel dolore che giunge a noi dal passato e parlo della possibilità di permettere a quel dolore di trasformarci. Di cambiare radicalmente.Cambiare le nostre parole, troppo spesso piene di giudizio e condanne. Cambiare i nostri pensieri, troppo spesso egoistici e superficiali. Cambiare le nostre azioni, troppo spesso limitate ai confini della nostra vita privata. E provare a guardare agli altri togliendo tutte le etichette possibili: di provenienza, di razza, di sesso, di credo politico e religioso. Guardarli con rispetto ed amore, nella verità del loro esseri umani. Provare a non cadere nel pregiudizio e nel giudizio. Scegliere di condannare l’errore e non l’errante”.
Per Accorinti la strada per superare le politiche di contrapposizione tra i popoli è ancora lunga: “Provare ad interessarci del bene comune, della cosa pubblica rispettando le regole, rispettando gli spazi, lottando per i diritti e non per i favori. Decidere di dare il proprio contributo, ognuno mettendosi in gioco con i propri talenti. Stare sempre ben attenti, non sottovalutare tutte quelle scelte politiche che subdolamente spingono alla disgregazione, e con coscienza opporsi ed abbattere tutti i muri. Metaforici e fisici. Muri come quello tra la Palestina e Israele. Muri come quello annunciato da Trump, tra gli Stati Uniti ed il Messico. Basta poco, ne sono convinto, per fare la più difficile delle rivoluzioni: quella del cuore. Basta assumersi delle responsabilità precise. Ed agire di conseguenza ed in prima persona. Solo così il dolore ci cambierà. E solo così l’amore ci salverà. “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” diceva Gandhi. E questo che auguro a tutti noi nel giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto”.
(57)