Quello dell’insabbiamento e la successiva inagibilità dell’approdo di Tremestieri è un film già visto e rivisto. Alla prima sciroccata sopraggiunge la sabbia che blocca gli scivoli e non consente l’attracco delle navi, così i Tir si riversato sul traffico cittadino per raggiungere il porto storico o la Rada San Francesco in attesa delle operazioni di dragaggio.
Un problema che ciclicamente si ripete, con Capitale Messina che già lo scorso anno aveva proposto una soluzione temporanea: “Un anno fa avevamo proposto di rimuovere, da terra, parte della sabbia che costituiva la spiaggia a Sud del porto e in particolare, la fascia più esterna di quella che costeggiava il braccio meridionale del porto. Eliminando questo volume, la sabbia spinta dal mare da Sud, invece di entrare nell’approdo, avrebbe sostituito quella asportata artificialmente, ripristinando lo stato dei luoghi. Si sarebbe così creato un equilibrio dinamico tra asportazione artificiale e ricarica naturale. L’intervento appariva però inopportuno all’amministrazione competente perché, nell’imminenza dell’avvio dei lavori per la realizzazione del Porto di Tremestieri, avrebbe potuto costituire oggetto di riserva, da parte della ditta aggiudicatrice dell’appalto, in quanto avrebbe potuto rappresentare un’alterazione dei luoghi dell’intervento. Per trovare una soluzione alternativa, l’amministrazione comunale pensò bene di pressare l’Autorità Portuale, per farle commissionare alla DHI un piano d’interventi per la mitigazione del processo d’insabbiamento e un modello previsionale”.
Nonostante l’amministrazione comunale avesse optato per un’altra strada, Capitale Messina non demorde: “Alla luce di ciò torniamo a suggerire all’amministrazione, che sembra stia pensando ad un intervento di dragaggio da terra, di considerare l’intera azione in modo più organico. Innanzitutto sarebbe utile da parte dell’amministrazione proseguire il monitoraggio che le precedenti amministrazioni avevano messo in atto su tutto il litorale comunale, implementando l’azione nella zona a Sud di Tremestieri, per valutare e quantizzare l’evoluzione della linea di riva e dell’antistante fondale. A monitoraggio avviato, si potrebbe definire la volumetria da asportare preventivamente dal lato Sud al fine di evitare che i sedimenti ad ogni sciroccata si riversino all’interno dell’approdo e questo dimostrando, appunto con l’azione di monitoraggio, che l’intervento non rappresenta una reale alterazione dei luoghi, ma una semplice misura di salvaguardia preventiva contro il processo di insabbiamento che ciclicamente interessa l’approdo emergenziale di Tremestieri. Tutto questo permetterebbe di limitare, in modo sostanziale, il processo d’insabbiamento dell’approdo emergenziale di Tremestieri, con un notevole risparmio di soldi, e soprattutto con minore impatto sulla mobilità cittadina”.
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