Di edilizia scolastica si parla da anni, perché la situazione degli edifici messinesi è deficitaria da tempo immemore, solo che adesso il problema è esploso in tutta la sua gravità. Il caso della “Leopardi” è solo l’ultimo in ordine di tempo, ma l’annus horribilis delle scuole messinesi è iniziato con le chiusure della “Castronovo” e della “Paino” che non possono essere dimenticate. I bambini sono tornati tra i banchi da poco più di due mesi, e i genitori già da diverse settimane devono fare i conti con i doppi turni e gli spostamenti verso edifici più sicuri.
Le scuole dovevano essere messe in sicurezza per tempo, questo lo sapevano un po’ tutti, solo che si è nascosta la polvere sotto il tappeto e adesso si stanno raccogliendo i risultati. Per evitare che la situazione degenerasse, la stessa amministrazione comunale aveva parlato di un cronoprogramma per gli interventi più urgenti da fare durante l’estate scorsa, ma tutto è rimasto fermo e così si è arrivati all’irreparabile. Che la situazione stesse ormai per volgere al peggio, lo si era capito già lo scorso inverno, quando l’argomento approdò più di una volta tra i banchi della commissione consiliare ai lavori pubblici presieduta da Carlo Cantali.
Era il 25 febbraio scorso, quando lo stesso direttore dell’Ispettorato del Lavoro, Gaetano Sciacca, lanciò un preoccupante grido d’allarme dicendo chiaramente come nessuna delle centoventi scuole messinesi fosse a norma. Dalla manutenzione ordinaria a quella straordinaria, gli interventi da fare erano veramente tanti: dai controsoffitti ai prospetti principali, senza dimenticare l’adeguamento antisismico.
Tutti lavori particolarmente costosi, troppo, per un Comune perennemente al verde per via dei ritardi sull’approvazione del bilancio e così ogni progetto è stato posticipato in attessa di tempi migliori. A questo c’è da aggiungere la denuncia dell’ex assessore Patrizia Panarello, che il 10 febbraio scorso aveva annunciato come il Comune avesse perso la possibilità di accedere ai fondi europei PON-FESR, somme che dovevano servire proprio alla manutenzione straordinaria delle scuole, ma l’assenza dei progetti da parte degli istituti hanno fatto passare questo importante treno.
Lo scenario non è per nulla cambiato rispetto ad allora, perché il bilancio continua a non esserci e così è impossibile progettare tutti i dovuti interventi.
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