Foto di un'auto dei Carabinieri di Messina

Barcellona, colpo al clan dei Mazzaroti: tre arresti

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Ieri, a Terme Vigliatore, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona hanno arrestato, in
flagranza di reato, tre uomini, legati all’albanese Dajcaj Zanmir, esponente di spicco della cosidetta “ala mazzarrota” della famiglia mafiosa barcellonese, arrestato qualche giorno fa dagli stessi militari. Denunciato a piede libero un quarto soggetto, minorenne, per detenzione e porto illegale di arma e munizionamento, nonché ricettazione in concorso.

A finire in manette, Giuseppe Trifirò, 20 anni, Tindaro Campanino, 26 anni ed il 31enne Bartolo Costantino.

Dopo l’arresto di Dajcaj, i militari dell’Arma hanno continuato a monitorare con attenzione il casolare abusivo di contrada Case bruciate, ritenendo che il rifugio, ben occultato da sguardi indiscreti poiché recintato con alte protezioni oscuranti, non era soltanto il nascondiglio dell’albanese, ma anche un punto di ritrovo impiegato per la gestione di attività illecite.

E  dopo vari giorni di monitoraggio, alle prime luci dell’alba di ieri, gli agenti hanno notato la presenza di 4 soggetti, giunti a bordo di un autocarro, che, una volta entrati nel vivaio abusivo di Zanna, hanno tentato di interrare un voluminoso involucro in plastica. Immediatamente i militari, apostati nelle vicinanze,  hanno proceduto all’irruzione bloccando i quattro soggetti prima che potessero fuggire.

Nell’ingombrante busta che stava per essere interrata, i carabinieri  hanno rinvenuto un fucile da caccia calibro 12, perfettamente funzionante e di ottima fattura, nonché un ingente quantitativo di munizioni che erano custodite in bocce di vetro opportunamente sigillate, forse per resistere all’umidità del terreno. I successivi riscontri condotti nell’immediatezza hanno permesso di accertare che il fucile era stato rubato in un’abitazione di Barcellona Pozzo di Gotto nel gennaio 2016.

Sarà ora compito dei tecnici del Ris  di Messina stabilire se l’arma è già stata adoperata per commettere reati o fatti di sangue. Di sicuro il fucile e il munizionamento era pronti per essere nascosti, magari nei lunghi filari di agrumi che impedivano la vista del rifugio costruito dal Dajcaj Zanmir.

I Carabinieri hanno quindi proceduto al sequestro di tutta l’area, circa 3500 metri quadrati, recintati da alte palizzate e teli ombreggianti, oltre al fabbricato abusivo che era stato ricavato all’interno. Nei prossimi giorni saranno effettuate verifiche catastali finalizzate ad accertare la reale proprietà dei terreni utilizzati da “Zanna”  per il “vivaio” abusivo.

Gli arrestati, come disposto dal sostituto procuratore di Barcellona P.G.  Matteo De Micheli, si trovano attualmente ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida degli arresti.

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