Riceviamo e pubblichiamo:
«Leggere stamani i quotidiani on line è stato un tonfo al cuore. Ciccio non c’è più. Sapevo della malattia e delle difficoltà e dei sacrifici fatti per stare attaccato alla vita, ma vedere l’articolo di botto aprendo i giornali mi ha lasciato senza fiato. Col passare dei minuti, poi, vengono alla mente tutti i ricordi della vita convissuta. Sì, perché il “mestiere” di penalista è accompagnato come fosse un angelo custode dal cronista di nera e giudiziaria. Ma per Ciccio è riduttivo parlare genericamente di “cronista”. Era, oltre che la riconosciuta “enciclopedia”, l’esempio di come si dovesse correttamente fare il giornalista. Mai una sbavatura, sempre equidistante tra accusa e difesa e sempre a riportare fedelmente ciò che traeva nelle aule di Tribunale. Persona squisita, educata, mai sopra le righe.Lo ringrazio pubblicamente per gli articoli scritti sui processi da me fatti a Messina. Un legame “inscindibile” quello tra penalista e giornalista di nera e giudiziaria. L’uno ha bisogno dell’altro. Ricordo come ogni domenica mattina, intorno alle 7.30 ci si incontrava davanti l’edicola di Viale Italia a comprare i giornali. Io arrivavo già “vestito da calcio” per la partitella da fare a Cristo Re e lui aveva sotto il braccio un pacco di giornali. Si stava lì qualche minuto a commentare i fatti ultimi della città e ci si salutava con un “a domani” poiché ci saremmo visti “sul nostro posto di lavoro”.
Ciao Ciccio con indimenticabile affetto
Avv. Giuseppe Pio Romano»
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