Seppur a passi lenti, la Sicilia si avvia a trasformare le ormai ex province in Città Metropolitane e Liberi Consorzi. Con 38 si, 19 no e 2 astenuti, ieri l’Ars ha approvato la legge che rivoluziona l’assetto governativo regionale, accogliendo quasi tutti le modifiche richieste dal Governo. Ma c’è un eccezione non da poco: alla guida delle future Città Metropolitane non potranno essere chiamati i sindaci di Palermo, Catania e Messina.
La Sicilia, dunque, non farà riferimento alle legge Del Rio secondo la quale la poltrona di sindaco metropolitano spetta di diritto al primo cittadino del capoluogo. Lo ha stabilito la stessa Assemblea con voto segreto. Pertanto, occorreranno elezioni di secondo livello. La nomina di presidenti, sindaci e i consiglieri dei nuovi enti spetterà infatti ai sindaci e ai consiglieri comunali di ciascuna città.
Tuttavia, si prevedono tempi lunghi. Le elezioni si terranno di domenica tra il 15 aprile e il 30 giugno Il termine per la prima elezione è stato prorogato al 15 settembre . Mentre il commissariamento delle ex province perdurerà fino al 30 settembre
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