Nella mattinata odierna si è tenuta presso il Palazzo del Governo una riunione operativa sul problema della presenza di suini selvatici nel territorio dei Nebrodi, con particolare riferimento ai recenti fatti di cronaca che hanno interessato il comune di Tusa. Erano presenti l’Assessore Regionale alle Risorse Agricole e alimentari dr. Dario Cartabellotta, il Dirigente della Ripartizione faunistica di Messina dr. Dell’Acqua, l’Ispettore provinciale del Corpo Forestale dr. Di Vincenzo, il Commissario dell’Ente Parco dei Nebrodi, il Direttore del Dipartimento Veterinario dell’ASP dr. Polino, il Sindaco di Tusa dr. Tudisca e gli ispettori Celi e Casubolo del Corpo della Polizia provinciale. Nel corso dell’incontro sono state esposte le complesse problematiche connesse alla presenza di suini selvatici incontrollati nei territori nebroidei. Gli animali, originariamente esemplari di “suino nero” allevati allo stato brado, si sono meticciati con i cinghiali delle vicine Madonie e risultano, in grande parte, sprovvisti delle prescritte marchiature (mediante punzonatura dell’orecchio). La specie, che non può definirsi fauna selvatica ma è comunque irregolare dal punto di vista delle norme in materia di allevamento (in quanto non censita e non controllata) è potenziale veicolo di malattie, oltre che di eventuale pericolo per la pubblica incolumità.
L’ipotesi di un contenimento della popolazione mediante abbattimenti controllati è – a legislazione vigente – esclusa in quanto si tratta di fauna non tecnicamente selvatica, dunque non cacciabile, a differenza dei cinghiali dei Peloritani. Tuttavia l’abbattimento è possibile, anzi doveroso, in presenza di accertate patologie; per questa ragione si darà un deciso impulso alle verifiche sanitarie, circa le quali il dr. Polino ha assicurato la massima disponibilità della struttura Veterinaria dell’ASP.
D’altro canto, la diffusa mancanza di marchiatura, e quindi di abusivismo, rende impossibile l’individuazione dei proprietari e, naturalmente, anche ogni pretesa da parte di privati che – dichiarandosi tali – si opponessero alla cattura e ai conseguenti provvedimenti in caso di pericolo per la salute. L’Assessore Cartabellotta ha assicurato che la Regione Siciliana valuterà anche la possibilità di apposite modifiche legislative, proprio per tenere conto della peculiarità rappresentata da una popolazione animale che non è né selvatica in senso stretto, né da allevamento in quanto mancante di identificabilità. Al contempo la Regione si farà promotrice di iniziative di valorizzazione degli allevamenti regolari nell’interesse di chi produce onestamente le riconosciute varietà alimentari dei Nebrodi ed è danneggiato dalla concorrenza sleale di chi, invece, sfrutta illegalmente il patrimonio forestale con il pascolo abusivo.
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