La Sanità in Sicilia costa 1.047.000 euro al giorno. È uno dei numeri usciti fuori dal convegno della Cisl, alla presenza del segretario regionale Maurizio Bernava, che si è tenuto nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca. I numeri, nonostante la riforma Russo, fanno “rabbrividire”. La spesa per la Sanità siciliana è salita da 8 miliardi 902 milioni di euro nel 2010 a 9 miliardi 421 milioni nel 2011, un aumento quindi di 127 milioni. Il servizio 118 è passato dai 97 milioni di euro del 2010 ai 110 milioni e 525mila euro nel 2011 (+13mln); l’assistenza ospedaliera convenzionata da 667 milioni nel 2010 a 688 milioni nel 2011 (+21mln); l’assistenza specialistica convenzionata da 429 milioni a 453 milioni (+24 mln). Le buone notizie arrivano dalle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) dove i sovvenzionamenti sono diminuiti rispetto all’anno precedente (208 strutture in meno), anche se la spesa ammonta a quasi 45 milioni di euro nel 2011. Le consulenze e gli incarichi a collaboratori esterni conferiti dalle Asp e dalle aziende ospedaliere sono passate da 5.462.000 euro a 7.510.000 euro, sempre tra il 2010 e il 2011, il numero di incarichi esterni conferiti dalle Asp e dagli ospedali pubblici è salito da 406 nel 2010 a 520 nel 2011 (+114). Nel 2010 la Regione ha incassato circa 50 milioni di euro (uno in meno rispetto al 2009) mentre, sempre nel 2010, sono stati spesi 235 milioni di euro (2.800.000 in meno rispetto al 2009). Il saldo finale si presenta negativo di 185 milioni di euro, migliorato di 1.500.000 euro rispetto al 2009. Il titolo del convegno della Cisl era “Sanità dal rientro della Spesa al diritto alla Salute. Una riforma tradita?”. La riforma è quella di Massimo Russo. «La riforma Russo è fallita − ha detto il segretario provinciale Cisl, Tonino Genovese −. Il problema sanità non fa parte dell’agenda dei candidati, o se ne fa parte non sta centrando il punto. La spesa sanitaria si è “gonfiata” e l’aumento dei costi lo evidenzia anche la Corte dei Conti, non solo noi. C’è un sistema squilibrato da ricomporre e adesso la messa in pratica della Spending Review, solo a Messina, comporterà la perdita di 500 posti letto. Siamo per la creazione di un sistema unico per la Sanità − ha concluso Genovese −, basta con l’assessorato regionale alla Famiglia che dev’essere accorpato in quello della Salute. Basta con gli sprechi. Riavviciniamo la Sanità al cittadino e alle sue esigenze unendo “tagli” agli sprechi, risparmio economico e buona offerta sanitaria».
@Acaffo
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