Con una nota inviata questa mattina il consigliere comunale Daniele Zuccarello ha denunciato lo scempio della Galleria Vittorio Emanuele il cui storico mosaico è stato coperto con una colata di cemento. Il maldestro intervento è stato realizzato dall’amministrazione dopo il danno che un incendio aveva provocato alla pregevole opera. E sulla questione interviene anche il capogruppo Ncd Daniela Faranda che risponde all’interrogativo di Zuccarello precisando dove sono andate a finire le tessere del mosaico posto all’entrata dell’edificio.
“Apprendo dalla stampa – spiega Faranda – della denuncia del collega Zuccarello circa la colata di cemento che è stata versata a copertura del mosaico deturpato dall’incendio in Galleria Vittorio Emanuele. Mesi fa ho sollevato la questione parlandone anche con il primo cittadino , a cui ho anche presentato un professionista che si era offerto a titolo gratuito di rincollare le tessere saltate. Suddette tessere sono attualmente custodite da un cittadino che le ha conservate -giacchè voleva consegnarle ma, anche su questo fronte, non abbiamo ricevuto feedback sul da farsi- affinché non andassero smarrite e che, tramite la sottoscritta, ha comunicato il tutto al primo cittadino onde evitare si potesse pensare ad un’indebita appropriazione”.
“Inutile dire che, in tale occasione, Accorinti ha preso tempo garantendo che si sarebbe occupato della cosa – afferma la capogruppo del Nuovo Centrodestra Daniela Faranda – mi compiaccio che anche il collega Zuccarello si stia interessando del degrado in cui versa la nostra Galleria e, per il futuro, lo invito ad unire le forze aldilà di schemi partitici e personalismi che, talvolta, sembrano avere la meglio. Ovviamente il discorso vale anche per altre questioni ed è genericamente esteso a tutti i miei colleghi: trovo che la collaborazione sia il miglior modo di raggiungere le soluzioni di cui la nostra città necessita. Specie considerato il fatto che la più alta istituzione cittadina, evidentemente, in troppe occasioni ha dimostrato di saper solo tergiversare, facendo spesso orecchie da mercante”.
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