Il tanto atteso faccia a faccia tra sindaco e Consiglio comunale alla fine non è avvenuto. Nell’infuocata seduta consiliare iniziata alle 19 di ieri pomeriggio, si è infatti materializzata una netta spaccatura politica i cui strascichi saranno evidenti per settimane. Qualcuno parla addirittura di punto di non ritorno, dando per scontato l’imminente sfiducia che l’Aula è pronta a votare per far decadere l’intera Giunta Accorinti.
Ma andiamo per ordine. Ieri sindaco e assessori erano attesi in Consiglio comunale per replicare alle accuse a loro rivolte da buona parte dei consiglieri nella seduta di mercoledì. In quell’occasione era stato tracciato un bilancio dei due anni di governo Accorinti, culminato con le richieste di dimissioni all’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua e con la pioggia di critiche sull’intera attività amministrativa. La conferenza dei capigruppo ha però modificato le modalità di svolgimento del dibattito, negando la possibilità di intervento agli assessori, ad eccezione di Ialacqua invitato in Aula insieme al primo cittadino. Gli esponenti della Giunta avrebbero avuto facoltà di parola solo successivamente.
Tuttavia, quanto stabilito dall’organo consiliare non è andato giù all’amministrazione comunale. Pochi minuti dopo l’inizio della seduta, l’assessore Sergio De Cola ha infatti comunicato la volontà dell’intera Giunta di non partecipare ai lavori. “Le limitazioni previste dai capigruppo – ha spiegato in una nota De Cola – privano gli organi dell’amministrazione di un democratico e doveroso confronto, limitano il diritto di replica alle osservazioni, alle richieste di chiarimenti ed alle pesanti accuse avanzate nella seduta del 9 settembre. Ci aspettiamo una ulteriore riflessione che consenta a tutti gli assessori di potere intervenire alla seduta”.
Richiesta respinta dai capigruppo ed è così che la nota letta in Aula da Sergio De Cola, chiamato in causa vista la delega ai Rapporti con il Consiglio, ha assunto i connotati di un vero e proprio “schiaffo politico” mal digerito dai 21 consiglieri presenti ai lavori. La seduta è proseguita tra mille polemiche senza Accorinti e la sua Giunta.
Ma l’affronto istituzionale non si è fermato qui. In contemporanea ai lavori del Consiglio, il sindaco Accorinti ha infatti convocato una conferenza stampa in sala Giunta. L’inatteso incontro con i giornalisti è iniziato con il duro sfogo del primo cittadino. “E’ impossibile accettare queste regole – ha spiegato Accorinti – lavoro accanto a otto assessori sui quali ripongo totale fiducia e per questo pretendo il massimo rispetto. Abbiamo ricevuto attacchi ingiusti ai quali replichiamo con fatti concreti”.
Durante la riunione in notturna con i giornalisti, la Giunta ha infatti esposto tutti i risultati fin qui ottenuti e i progetti in cantiere per il futuro. Supportato da alcune slides, ogni assessore ha relazionato sulla propria attività, sottolineando i successi ottenuti. Accorinti e soci hanno risposto colpo su colpo alle critiche senza dimenticare gli ormai consueti riferimenti a quellicheceranoprima. Nel farlo hanno però sbagliato interlocutore: l’arringa difensiva da presentare in Aula è stata infatti sciorinata alla stampa e non ai consiglieri accusatori. Una mossa che ha sicuramente consentito di porre chiarezza su numerose tematiche, dal bilancio ai trasporti, passando per l’urbanistica e le politiche sociali, ma che non è servita a placare la fame di risposte e giustificazioni dei consiglieri comunali.
Mentre la Giunta elencava i propri successi, in Aula proseguiva il dibattito dai toni tutt’altro che distesi. Una situazione paradossale quasi grottesca: due organi istituzionali chiusi ognuno nella propria stanza a proseguire per la propria strada imperterriti come muli. E i giornalisti a fare la spola tra le due sale cercando di non far torto a nessuno. E fuori da Palazzo Zanca c’è una città alla deriva. La domanda a questo punto è d’obbligo: a cosa serve tutto questo?
Andrea Castorina
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