No Ponte e No Muos protestano domani davanti l’ex Arsenale militare contro la prevista realizzazione di un centro smaltimento navi da guerra

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navi da guerra“Con la trasformazione dell’ex Arsenale militare in centro di eccellenza per lo smaltimento di tutte le navi da guerra Nato sino a duemila tonnellate, Messina rappresenterà ancora di più la Sicilia come un’isola piattaforma di guerra e di pericolosa discarica dei sistemi di morte in via di dismissione”. Questo lo sostengono i comitati No Ponte e No Muos di Messina che domani, alle 15.30, protesteranno davanti all’ex Arsenale militare per dire no alla militarizzazione della Sicilia e alla devastazione dei suoi territori. La notizia è saltata fuori qualche mese fa, quando un progetto, tenuto a lungo segreto, ha previsto che le navi militari della Marina statunitense vengano smontate nel bacino messinese in modo che i pezzi di ricambio possano essere utilizzati nella riconversione dell’industria energetica, probabilmente nel fotovoltaico. A Messina, dunque, dovrebbero convergere enormi quantità di amianto, prodotti chimici e idrocarburi pericolosamente inquinanti e cancerogeni. Il progetto rientra nel piano di demilitarizzazione dell’Agenzia Industria e Difesa, da cui l’arsenale messinese dipende dal 2001. Per quanto sia prevista anche la realizzazione di impianti per garantire la sicurezza ambientale, ci si chiede come ciò possa essere compatibile con la riqualificazione della zona in cui sorge l’ex Arsenale militare che, nelle originarie intenzioni del Comune, dovrebbe rappresentare un trampolino di lancio per lo sviluppo, anche turistico, di Messina. La spesa prevista varia tra i 25 e i 30 milioni di euro che, secondo indiscrezioni, verrebbero stornati dai fondi pubblici destinati ai già ridotti bilanci a favore dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale. Tale spesa non comporterebbe un incremento dell’occupazione (pare che non ci sarebbe alcuna aggiunta al personale già esistente).  

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