Cresce l’attesa per l’ultima rappresentazione di Carmen al Teatro Antico di Taormina, nuovo allestimento e autentico gioiello firmato dal grande regista e scenografo Enrico Castiglione. Il 13 agosto alle 21.30, antivigilia di Ferragosto, ritorna in scena il cast “stellare” che ha entusiasmato il pubblico della prima del 15 luglio, trasmessa con enorme successo in diretta mondovisione via satellite nei cinema, con la regia televisiva dello stesso Castiglione. Parliamo del triangolo amoroso cui danno vita la Carmen del mezzosoprano russo Elena Maximova, il Don José del tenore cileno Giancarlo Monsalve e l’Escamillo del baritono georgiano Michael Bachtadze. Ad affiancarli il basso Gianluca Lentini (Zuniga), il baritono Giovanni Di Mare (Morales), il mezzosoprano Irene Molinari (Mercedes), il soprano Sara Baratta (Frasquita), i tenori Federico Cavarzan (Dancairo) e Giuseppe Distefano (Remendabo). Gli abiti di scena sono realizzati dalla raffinata costumista Sonia Cammarata nota per l’accurata connotazione storica che riesce a imprimere alle sue creazioni. L’Orchestra del Taormina Opera Festival è diretta da Myron Michailidis, uno dei più affermati direttori d’orchestra greci. Il Coro Lirico Siciliano è istruito da Francesco Costa. Il corpo di ballo danza sulle coreografie di Sarah Lanza. Il Coro di voci bianche “Progetto suono” di Messina è diretto da Agnese Carrubba.
«L’amour est un oiseau rebelle, canta Carmen nella sua prima aria. Ed è così che mi piace pensarla fino alla fine, nonostante sia preda di una passione che la divora, che la conduce alla disfatta finale. Per me è sfacciata e sfrontata, una bella sigaraia che non si lascia conquistare da nessuno: non crede molto alla costanza dell’amore e se ne fa beffe. Mi piace il suo lato seducente, quello che le permette di giocare con gli uomini. È molto consapevole di se stessa e palesa sempre il suo fascino. Da un certo punto di vista è anche ammirevole, perché è una donna che sa come calamitare le attenzioni su di lei e pilotare i diversi innamoramenti. Ma questa sua forza sarà anche la strada maestra che la condurrà alla morte, divisa, com’è, tra la passione per Escamillo e quella per Don Josè. Carmen è in ciò fatale e spavalda, come un’eroina delle tragedie classiche, fino all’epilogo quando sembra offrirsi al coltello di José». Parola di Elena Maximova. E come dare torto all’afvvenente mezzosoprano dalla splendida vocalità, divenuta famosa proprio per aver vestito in giro per i maggiori palcoscenici internazionali i panni della ribelle zingara di Siviglia?
«Un uomo passionale dal carattere turbolento e con un passato dal quale fuggire». Questi, secondo il tenore Giancarlo Monsalve, i tratti salienti di Don José, acclamato nei teatri di tutto il mondo, dal Covent Garden di Londra alla Washington National Opera. «Non tutti sanno che quello di Carmen non è il primo omicidio da lui compiuto: nella sua città natale, Navarra, aveva già ucciso un uomo che lo aveva imbrogliato al gioco delle carte, e s’era visto quindi costretto a fuggire via per evitare la prigione. Ripara a Siviglia dove imbriglia se stesso in un estremo autocontrollo, finge di essere buono e pacifico, ma in realtà dentro di lui arde un fuoco fatto di rabbia e impulsività. A tutti sembra una persona riservata, ma la verità è che cerca di tenere calmo il vulcano che ribolle dentro di lui e che Carmen riesce pian piano a far emergere. Proprio nel finale capiamo che non vuole che lei stia con un altro perché ormai non ragiona più lucidamente, soltanto un pazzo potrebbe uccidere una donna. Secondo me è un bipolare che ad un certo punto non riesce più a tenere a bada il proprio mostro interiore. Dal punto di vista artistico, però, è un personaggio che ha davvero tutto: vocalmente, fisicamente e psicologicamente è molto affascinante, adoro interpretare Don José».
A rubare il cuore di Carmen sarà infine il toreador. «Escamillo – racconta il baritono Michael Bachtadze – è un uomo che vive il momento, che adora essere al centro dell’attenzione ed ama la compagnia delle donne che tessono le sue lodi. Credo che il suo motto sia carpe diem. Escamillo ama essere sempre al centro dell’attenzione, percepisce nettamente che le donne sono attratte da lui e che gli altri uomini invece lo invidiano. Non è una persona che si cura molto del futuro anche perché è perfettamente consapevole di poter morire ogni volta che affronta un toro. Proprio per questo motivo è saldamente ancorato al terreno, è molto equilibrato mentalmente e neanche la sensualità di Carmen, secondo me, riesce davvero a fargli perdere la testa. L’equilibrio interiore di Escamillo mi ricorda molto i miei giorni da boxer. Ovviamente stare in un’arena o su un ring non è la stessa cosa, ma credo che ci siano delle somiglianze nel modo in cui gli atleti si concentrano per riuscire ad estraniarsi dal tutto ciò che li circonda. L’anteprima del 15 luglio è stata molto particolare perché è stata trasmessa in diretta nei cinema di tutto il mondo, e molti miei amici, ad esempio, sono riusciti a vedere la mia performance anche se si trovavano a Berlino. Il semplice fatto di sapere che ad ascoltarti non è soltanto il pubblico presente in teatro, che quella sera era davvero numeroso, ma anche migliaia e migliaia di persone sparse per il globo ti da una carica davvero eccezionale».
Carmen è stata programmata a Taormina insieme a Don Giovanni e Il Barbiere di Siviglia, quest’ultimo ancora in scena il 14 agosto: le tre opere, unite dalla comune ambientazione nella capitale andalusa, nelle ultime settimane hanno allietato le serate dei molti residenti e turisti, che hanno affollato la cavea taorminese in ogni ordine e grado. Una stagione ricca di successi quella proposta dal Festival Euro Mediterraneo, in collaborazione con la sezione Musica&Danza di Taormina Arte di cui lo stesso Castiglione è direttore artistico, e che con questa brillante “Trilogia di Siviglia” ha raccolto uno straordinario riscontro sia tra il pubblico che tra gli addetti ai lavori.
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