Appello della Fistel Cisl a tutte le parti sindacali: «Fronte comune per salvare il futuro del teatro V.E.»

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teatro vittorio emanuele messinaLa Fistel rigetta le accuse di “appiattimento sulle posizioni dei vertici del teatro Vittorio Emanuele” che le sono state rivolte da Slc Cgil e Uilcom e auspica la formazione di un fronte unico di trattativa per salvare il futuro della cultura e del teatro. «Certo – sostiene il segretario provinciale della Fistel Cisl, Domenico Allegra – è più facile veicolare il concetto dell’appiattimento, piuttosto che quello della diversa visione delle circostanze  e della mancanza di unitarietà dei lavoratori sulle scelte sindacali attuate». «La Fistel è stata la prima Organizzazione sindacale a chiedere pubblicamente le dimissioni del CdA, a chiedere un diretto coinvolgimento dell’assessorato regionale con la nomina di un Commissario che gestisse le questioni di equiparazione e pianta organica. Ma – afferma Allegra – una cosa è contestare comportamenti e debolezze, dare un giudizio di “posizione” chiedendo le dimissioni del CdA, altra cosa è mettere in atto una serie di iniziative che non fanno altro che alzare il livello di conflittualità per ottenerle, interrompendo ogni ulteriore possibilità praticabile, soprattutto in questi momenti di grande precarietà e complessità». «Noi – spiega Allegra – riteniamo che il ruolo sindacale si debba svolgere nell’ambito di tavoli relazionali. Anche se siamo dell’avviso che il CdA non è difendibile per la gran quantità di errori commessi e se si dimettesse non farebbe un atto inutile. Ormai – prosegue il segretario della Fistel – la strada obbligata è la convergenza di tutte le forze messinesi per strappare alla politica regionale la possibilità di sciogliere i nodi». «Per affermare un ruolo sindacale, non unitario — continua il segretari provinciale — (ricordiamo che almeno il 50% dei dipendenti del teatro non condivide i percorsi sindacali attuati e che solo il 25% circa degli orchestrali non ha un contratto con altri enti) si sta inscenando una guerra perenne di tutti contro tutti. Invece, su una cosa siamo tutti d’accordo: i dipendenti del Teatro devono avere giustizia in relazione ai propri profili professionali, rispetto l’applicazione della legge 10/2000; Messina merita una Orchestra stabile al pari delle altre città siciliane; la cultura a Messina deve avere un ruolo trainante, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico; le maestranze hanno il diritto di essere impegnate perché i lavoratori non possono e non devono pagare il prezzo della crisi. La politica clientelare va rimossa dalla cultura messinese. Stabiliti i punti di convergenza sulle analisi bisogna scegliere modi, tempi, strategie, azioni e percorsi». «Perché si continua a ignorare che la diversificazione interna al Teatro? Noi non accettiamo di seguire questa strada — conclude Allegra — e non vi è nessuna compromissione, nessuna stranezza. Semplicemente, la Fistel non condivide questa linea ma, ancora una volta, fa un appello a tutte le parti, a partire da Slc Cgil e Uilcom, per realizzare un contesto messinese unitario e coeso per il nostro Teatro, per la cultura a Messina, percorrendo la responsabile via della mediazione e della sintesi». 

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