Più che abitazioni sembrerebbero prigioni medievali. I 74 alloggi popolari di via Beppe Alfano, consegnati nel 2012 a famiglie provenienti da zone disagiate, sono ormai divenuti invivibili viste le precarie condizioni igienico – sanitarie e la totale mancanza di servizi indispensabili come acqua e luce. Tutto inizia nove mesi fa. Alla morte del vecchio amministratore, il complesso edilizio “S.Filippo”, di proprietà comunale, non ha più ricevuto alcun intervento di manutenzione. Scantinati in pessimo stato, ascensori non funzionati, rifiuti, erbacce ed insetti negli spazi condominiali.
A segnare la questione, i consiglieri comunali Cucinotta e Faranda con una nota indirizzata al sindaco Accorinti, in seguito ad una protesta pacifica di alcuni abitanti del complesso di via Beppe Alfano giunti fino a Palazzo Zanca lo scorso venerdì.
“Altra criticità da non sottovalutare – spiegano i due consiglieri – è data dal fatto che il complesso popolare è confinante con un’area utilizzata in passato dall’Università degli Studi di Messina, da anni abbandonata, ricettacolo di rifiuti, ed ormai invasa da una folta vegetazione che produce insetti di tutti i generi e negli ultimi tempi anche blatte e zecche contribuendo, inevitabilmente, a rendere la situazione insostenibile per la salute degli abitanti”.
Cucinotta e Faranda, in rappresentanza delle famiglie interessate, hanno più volte segnalato il problema all’amministrazione comunale. Tuttavia, la situazione è addirittura peggiorata. Chi alloggia nelle palazzine di via Alfano segnala la mancata erogazione idrica a cui si aggiunge il malfunzionamento dell’impianto di illuminazione di scale ed aree esterne. Chi frequenta il complesso, al tramonto del sole, è costretto a brancolare nel buio. E proprio la mancanza di energia elettrica ha messo in pericolo la vita di un residente in preda ad un infarto: i sanitari del 118 infatti sono stati costretti a prestare le prime cure nella totale oscurità.
La mancanza di illuminazione non è però riconducibile ad un guasto. Non si è ancora provveduto alla nomina di un nuovo amministratore e nessuno può dunque pagare le bollette. Dopo varie insistenze, il Comune ha provveduto a nominare un nuovo amministratore che si è trovato a fronteggiare un debito di 13mila euro con la società che fornisce energia elettrica al complesso edilizio. Se non si dovesse provvedere in tempi brevi a pagare le spettanze, nei prossimi giorni la luce verrà addirittura staccata.
Eppure la soluzione è a portata di mano: il nuovo amministratore può attingere dal conto condominiale per saldare il debito, ma è la solita burocrazia ad impedirglielo. “Sul conto corrente condominiale – precisano Faranda e Cucinotta – attualmente le somme sono disponibili, ma non si possono utilizzare senza l’approvazione della pratica del cambio di traenza con il vecchio amministratore deceduto. Che cosa si aspetta per velocizzare e completare le procedure? Che cosa si aspetta ad anticipare le somme con Determina per poi rivalersi sul condominio, onde consentire la riattivazione dell’impianto di illuminazione esterna, la luce nei vani scala, gli ascensori e quanto necessità per poter abitare in sicurezza i 74 alloggi di San Filippo Inferiore?”
I due consiglieri condannano l’operato dell’amministrazione comunale. “Saremmo felici – concludono Faranda e Cucinotta – di poter considerare semplice incapacità organizzativa, riconoscendo sempre la buona fede, le palesi lacune di un amministrazione che annaspa. Saremmo felici, ma invece ci coglie un dubbio atroce: e se invece il rispetto dei più deboli tanto sbandierato in campagna elettorale da quest’amministrazione fosse solo uno specchietto per le allodole, uno slogan? Perchè, questa povera gente, deve continuare a vivere tra i liquami, invasa da ratti ed insetti, senza servizi, senza luce, senza acqua e continuamente in pericolo, nonostante non abiti più in baracca? Perché si deve rischiare di ritrovarli ancora una volta a Palazzo Zanca, dietro la porta del Sindaco a vantare i propri diritti”.
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