«Abbiamo messo i conti a posto, questo è il nostro risultato più importante», a dirlo il commissario del Policlinico Giuseppe Pecoraro che dal 2008 è al vertice del nosocomio universitario anche come direttore generale e che in primavera conoscerà il suo destino: se confermato oppure sostituito dal governo Crocetta, guidato alla Sanità da Lucia Borsellino. E così in attesa di provvedimenti Pecoraro ha tirato un bilancio di questi 5 anni all’ospedale universitario. Inizio in ritardo di 45 minuti, dalle 12.00 alle 12,45 (è giunto quando Pecoraro aveva già iniziato l’intervento anche il rettore Francesco Tomasello) il manager ha passato in rassegna quanto fatto: «Abbiamo riportato il bilancio in parità ma l’atto più importante è aver messo i conti a posto, perché altrimenti non potevamo parlare di chiusura di bilancio». Dal 2010 i conti del Policlinico sono in pareggio, dopo i “buchi” registrati negli anni precedenti. Tra i risultati conseguiti il numero dei ricoveri inappropriati scesi dal 13,92% del 2008 al 3,38% dell’anno che sta per terminare. «Il Policlinico — ha evidenziato Pecoraro — è primo in Sicilia per interventi entro 48 ore nella frattura del femore, da sei mesi abbiamo introdotto il parto indolore, abbiamo innalzato l’indice chirurgico, che vuole dire maggiore specializzazione dei nostri sanitari». Precisato che, per effetto dei tagli dai governi regionale e nazionale, il Policlinico riceverà nei prossimi due anni poco meno di 2 milioni di euro all’anno, che secondo il commissario consentono di guardare al futuro con maggiore serenità. Ricordati il rinnovamento del Pronto soccorso e del laboratorio centralizzato, del reparto di Ematologia che si trova adesso al terzo piano del padiglione H, ristrutturati i reparti delle medicine specialistiche, completato il servizio di Telecardiologia, in funzione la Tac 64 strati e la gamma camera. «Non ci sono novità sulla mia permanenza — ha affermato Pecoraro prima di tirare il bilancio — il mio stato d’animo è di aver partecipato a una grande avventura. Ho ottenuto soddisfazioni umane e professionali, siamo stati come la Ferrari, sapevamo e sapevano tutti che non eravamo i più forti ma, nonostante le difficoltà, abbiamo fatto un campionato straordinario». @Acaffo
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