sequestro disastro ambientale a lipari

Sotto sequestro un’area di 8.000 mq a Lipari: due denunce per disastro ambientale

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Estraevano illegalmente pietra pomice, col rischio di causare crolli che avrebbero potuto mettere in pericolo la popolazione: in due nel mirino dei Carabinieri, denunciati per disastro ambientale. Il report dall’isola di Lipari, nelle Eolie. 

Ieri 4 luglio i Carabinieri della Stazione di Lipari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, guidata dal Dr. Giuseppe Verzera, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di un’area di circa 8.300 mq, sita a Lipari (Isole Eolie – ME) nella località Vallone Bianco, nei confronti di due indagati, ritenuti responsabili di aver cagionato un disastro ambientale, mediante l’esercizio non autorizzato di attività estrattiva di materiale pomiceo, con l’aggravante di aver commesso il fatto in un’area sottoposta a vincolo ambientale e paesaggistico.

Il provvedimento, emesso d’urgenza dall’Autorità Giudiziaria si è reso necessario per scongiurare l’imminente pericolo di crolli che avrebbero potuto arrecare danni irreparabili alla pubblica incolumità. Le indagini sono state condotte dalla Stazione dell’Arma fin dal 2019 e, mediante servizi di osservazione, controllo e accertamenti tecnici, hanno consentito di accertare come i due uomini, gestori di un impianto di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi, in realtà svolgessero l’attività totalmente abusiva di estrazione illegale di pietra pomice dai costoni delle montagne presenti e, dopo averla raffinata e mescolata a materiale terroso e di risulta edile, la commercializzassero in favore di cantieri edili siti nell’Arcipelago Eoliano e di altre ditte esercenti nella provincia messinese.

Gli accertamenti hanno consentito di appurare che l’attività estrattiva, svolta senza alcuna autorizzazione nell’area sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale, abbia prodotto il deturpamento della morfologia di quel territorio, configurando quindi il reato di disastro ambientale. Nel contesto agli indagati è stata contestata anche l’attività estrattiva di materiale pomiceo in assenza della prescritta autorizzazione paesaggistica, la modifica dello stato dei luoghi e la relativa destinazione d’uso in violazione delle norme urbanistiche e della pianificazione territoriale comunale, nonché la demolizione di costoni ed estrazione di oltre 40.000 mq di materiale pomiceo, alterando irreversibilmente la bellezza naturale di quei luoghi, sottoposti a speciale vincolo paesaggistico.

Anche nell’Arcipelago Eoliano la tutela ambientale è uno degli obiettivi prioritari perseguiti dall’Arma dei Carabinieri e, per questo, i controlli continueranno con il coordinamento della Procura di Barcellona di Pozzo di Gotto.

Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.

FONTE: Legione Carabinieri Sicilia – Comando Provinciale di Messina

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