Oltre 500 messinesi per la mobilitazione che vedrà in piazza la Cisl nell’iniziativa regionale di sabato prossimo a Palermo. “100 piazze per il lavoro che non c’è” è lo slogan scelto dal sindacato per l’iniziativa nazionale: lotta alla precarietà soprattutto giovanile e tutela dei redditi di lavoratori e pensionati sono i temi del “Jobs day”.
A Palermo, in piazza Indipendenza, a partire dalle 9.30, confluirà il popolo Cisl: giovani, meno giovani, donne, uomini, lavoratori, senza lavoro, pensionati. La parola d’ordine all’indirizzo della politica e del Governo sarà “Svegliatevi!”, perché la Sicilia sta affondando a causa di tre emergenze: economica, sociale e del lavoro, amministrativa.
«Serve un forte impegno del Governo, ma per il nostro territorio anche e soprattutto della deputazione regionale e nazionale – sostiene il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese ˗ i rappresentanti messinesi all’Ars e in Parlamento devono fare la propria parte per affrontare concretamente le emergenze siciliane: economica, sociale e amministrativa che si potrà realizzare attraverso azioni coordinate sul territorio».
«Riteniamo ˗ continua Tonino Genovese – che vi sia una grande priorità, il lavoro che non c’è. A soffrire sono giovani e meni giovani, per questo motivo necessitano politiche straordinarie che attraggano concretamente investimenti e ne aiutino la realizzazione, politiche di risanamento e riduzione degli sprechi, un taglio eccezionale delle tasse generali e locali, per far ripartire i consumi e il ciclo produttivo. Si deve lavorare per cancellare tutte le forme di precarietà, soprattutto giovanile».
«La gravissima situazione economica, finanziaria e sociale della Sicilia e del territorio messinese caratterizzato da durissime vertenze occupazionali ˗ continua Genovese ˗ non potrà risolversi senza azioni urgenti che favoriscano investimenti e nuovo lavoro, politiche di ristrutturazione della spesa e di risanamento del debito».
Per la Cisl Messina occorrono politiche per l’attrazione di investimenti, e anticicliche, per rivitalizzare l’economia locale; politiche di risanamento e riduzione degli sprechi (partecipate, appalti, costi standard); l’utilizzo efficace delle risorse per mettere in moto economia locale, e per offrire servizi adeguati a sostenere il disagio sociale crescente; azioni per l’emergenza amministrativa «che ha infilato la Sicilia, con tutti gli enti locali, in un circolo vizioso»: meno occupazione; meno entrate erariali; taglio dei servizi e dell’assistenza; aumento della tassazione locale.
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