Indagini immediate della Squadra Mobile hanno portato ieri al fermo di tre presunti scafisti “traghettatori” dalle coste africane di una parte dei 283 migranti messi in salvo dalla nave della Marina Militale italiana “La Chimera”, giunti ieri a Messina al molo Marconi.
Questi i nomi dei tre fermati dalla Polizia per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: Abka Sadafi, 25 anni, eritreo; Ba Baker, 25 anni, senegalese; Braham Ibrahim, 22 anni, senegalese.
Nascosti tra le decine di profughi di nazionalità etiope, eritrea e senegalese, i tre sono stati individuati grazie a numerose testimonianze e riscontri oggettivi. Un gommone in pessime condizioni è il mezzo con cui 92 dei 283 migranti giunti a Messina hanno lasciato le coste africane e sono stati poi soccorsi nel Canale di Sicilia il 5 settembre scorso. Sarebbero stati i profughi stessi ˗ a detta degli inquirenti ˗, sotto la minaccia delle armi, a mettere in acqua il natante, guardati a vista da un gruppo di uomini che nei giorni precedenti avevano provveduto a trasferirli da un casolare all’altro, spesso senza acqua né viveri, privandoli dei documenti e dei beni personali, fino al momento della partenza.
Tre degli organizzatori del viaggio sarebbero quindi saliti a bordo del gommone. In tanti ˗ secondo le testimonianze ˗ li hanno riconosciuti come coloro che governavano il gommone e tenevano d’occhio i profughi, in modo particolare quando la barca ha iniziato a imbarcare acqua.
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