La “palla avvelenata” del Piano Tari 2022 sta per approdare in Consiglio Comunale: alle 18.00 di stasera l’Aula tornerà a riunirsi per discutere la delibera presentata dall’ex Giunta contenente un aumento medio del 9% sulla tassa dei rifiuti a Messina. Tra i corridoi di Palazzo Zanca c’è fermento. Il consigliere del Pd Alessandro Russo ha già manifestato il suo dissenso e ha accusato la vecchia amministrazione di averli messi davanti a un «ricatto istituzionale».
Ci siamo: il nuovo Piano Tari per Messina sta per approdare in Aula dove le opposizioni sembrano aver già levato gli scudi. La questione è stata al centro del dibattito degli ultimi mesi che, come sempre, ha visto da una parte l’amministrazione De Luca e dall’altra, in particolare, il centrosinistra. Qual è la questione? In soldoni, all’interno della delibera sulla tassa dei rifiuti è contenuto un aumento medio del 9% – variabile in base al reddito –, spiegato dalla Giunta De Luca con l’aumento del costo dei rifiuti in discarica e con la necessità di prorogare il contratto dei 140 dipendenti a tempo determinato di MessinaServizi Bene Comune che si occupano dello spazzamento.
Per il consigliere comunale del PD, Alessandro Russo, con la delibera presentata (all’aula e ai cittadini) in questo modo, la Giunta De Luca starebbe attuando un doppio ricatto: se non si approva il Piano TARI, 140 lavoratori perderanno il posto, in più la città rimarrà sporca perché non si copriranno i costi di discarica e perché non ci saranno i dipendenti che si occupano materialmente di pulirla.
«Andare in Consiglio – commenta Russo –con una delibera che dice “o votate questo piano o perdono il lavoro 140 persone” è un ricatto istituzionale. Ma il punto qui è uno: MessinaServizi in questi anni non ha mai pensato di riorganizzare le forze lavoro interne per garantire sia lo spazzamento che la differenziata? Avendo concentrato tutte le risorse sulla differenziata, sono venute meno quelle per lo spazzamento, quindi si è assunto a tempo determinato. C’è un problema di gestione del servizio. Quello che è certo è che in tre anni non hanno saputo mettere mano a un sistema che funziona ancora con lavoratori a tempo determinato. Quando noi votammo contro il piano TARI – conclude – lo facemmo per evitare l’aumento sulle tasche dei cittadini».
Ora, in ogni caso, la palla è nel campo del Consiglio Comunale che dovrà decidere se approvare il piano, con il relativo aumento della TARI – a ridosso delle elezioni amministrative – oppure no, con tutto ciò che ne consegue. In ogni caso, alla delibera saranno presentati diversi emendamenti che potrebbero essere decisivi. Non resta che attendere di scoprire cosa avverrà nelle prossime ore.
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