Sindacati divisi al Teatro Vittorio Emanuele sul pagamento ai dipendenti del premio produzione. Da un lato Fistel Cisl, Cisal e Cobas Codir che hanno scritto al presidente Maurizio Puglisi chiedendo che il provvedimento economico riferito al 2013 venga confermato al 13% come avvenuto nel 2012.
La richiesta ha fatto sobbalzare Slc Cgil, Uilcom, Fials e Sadirs che rispondono ai colleghi sindacali così: “Usiamo il termine “deprecabile” perché in un momento in cui tutti cercano di attivarsi e trovare gli strumenti utili per fare ripartire il teatro, peraltro fermo da un anno, c’è chi, incoerentemente ed irresponsabilmente, chiede che venga pagato, in misura maggiorata, “il premio di produzione riferito all’anno 2013” ai dipendenti in organico.
Questa sarebbe una richiesta plausibile in un contesto diverso da quello in cui si è venuto a trovare il teatro lo scorso anno e, presupponiamo, anche per quello in corso.
Ci chiediamo se questa inopportuna richiesta sia semplicemente il frutto di una pratica populistica atta ad accattivarsi i consensi di una parte (poca per fortuna) di quel personale che pensa solo allo stipendio, o piuttosto sia una palese mancanza di responsabilità (e questo sarebbe ancora più grave), nei confronti di chi sta tentando di ridare dignità al teatro ed ai suoi lavoratori, anche attraverso sacrifici economici.
Crediamo sia utile far conoscere a tutta l’opinione pubblica, che segue le vicende del teatro da anni, il motivo per il quale è stata inoltrata la richiesta di pagamento, che vuole incrementi dal 3 al 13% relativamente ad un premio di produttività per ……… non aver prodotto, di fatto, che un solo spettacolo, Rigoletto, e tra l’altro in programmazione già nel 2012″.
È oltremodo spiazzante come il Presidente del Teatro possa perseguire questo insano progetto e non comprendere anch’egli come il teatro, oggi più che mai, ha di bisogno al suo interno di maestranze artistiche affinché possa competere con gli altri teatri siciliani e creare produzione per potere “circuitare” e ricevere i finanziamenti che sono sempre più legati alla produzione artistica”.
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