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Operazione Alì Baba. Tra i nove arrestati anche il “Re delle casseforti”

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bonanno filippo copiaUno degli arrestati nell’operazione Alì Babà, scattata questa mattina, Filippo Bonanno, ha svelato anche la sua natura da “protagonista”: in una delle abitazioni svaligiate durante l’estate del 2010, aveva fatto trovare, a proprietari e investigatori, un biglietto con su scritto “Il Re delle cassaforti”.

Provocatorio, dunque, l’uomo che con 2 complici -come stabilirebbero le indagini -si introduceva in appartamenti disabitati e li svuotava di ogni oggetto prezioso. Oro o argenti. L’operazione di questa mattina ha portato a 9 arresti — sei in carcere e tre ai domiciliari — nei confronti dei responsabili di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in appartamento. Nell’estate del 2010, la banda avrebbe messo a segno 8 furti in appartamenti di lusso del centro città, la cui refurtiva variava dai 50 ai 100 mila euro. Un gruppo ben organizzato, che conosceva perfettamente le abitudini dei proprietari delle case prese di mira, agiva indisturbato in loro assenza, quando questi si trovavano in villeggiatura per l’estate.

I ladri agivano prevalentemente di notte, calandosi dalla grondaie e neutralizzando con facilità i sistemi di allarme. Nulla era lasciato al caso, il gruppo aveva un’eccezionale dotazione per portare a termine i propri crimini: una specifica attrezzatura tecnica, lancia termica per forzare le casseforti e numerosi attrezzi da scasso per ogni evenienza.

Le indagini hanno preso il via il 5 agosto 2010, quando Antonio Bonanno, Stellario Fusco e Filippo Bonanno furono arrestati, in flagranza di reato, poiché sorpresi in possesso di refurtiva mentre si allontanavano da un’abitazione. L’impressionante mole di attrezzi di cui i tre erano dotati ha persuaso gli investigatori che potessero far parte di una banda ben più grande. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, diverse attività di perquisizioni e sequestri, le indagini, condotte dalla Squadra Mobile sezione diretta da Rosalba Stramandino, hanno consentito di delineare i contorni di una vera e propria organizzazione criminale.

A finire in carcere sono stati Antonio Bonanno, 32 anni, nato a Messina; Pietro Ruggeri, 54 anni, nato a Messina; Stellario Fusco, 34 anni, nato a Castellamonte; Filippo Bonanno, 33 anni, nato a Messina. I quattro sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, i cui proventi costituivano riserva per l’acquisizione di attività commerciali, droga e armi.

L’organizzazione criminale era basata su una precisa ripartizione di ruoli e competenze: Ruggeri- a detta degli investigatori-  organizzava le operazioni relative ai singoli furti e teneva i contatti con i sodali, attraverso cellulari caricati con schede ricevute da un incensurato; i due Bonanno e Fusco si introducevano nelle abitazioni e realizzavano materialmente i furti. Ruggeri, inoltre, provvedeva anche al mantenimento delle famiglie dei due Bonanno e di Fusco, quando questi si trovavano in carcere.

Durante le perquisizioni,  sono state rinvenute alcune armi in un’area antistante l’abitazione di un congiunto di Fusco: un fucile semiautomatico con canna mozzata, con matricola abrasa; una pistola semiautomatica calibro 9, con matricola abrasa;  un revolver cal. 44 magnum.

Filippo Bonanno è indagato anche per avere illecitamente offerto a un detenuto nel carcere di Gazzi, marijuana e cocaina che gli avrebbe fatto arrivare, secondo gli inquirenti, tramite un agente di Polizia penitenziaria, Salvatore Cutrupia, che ricevette un compenso di 100 euro per il trasporto.

Misura cautelare in carcere, per detenzione  e cessione di sostanza stupefacente, anche per Emanuele Denaro, 31 anni, nato a Messina, e Salvatore Rolla, 47 anni, nato a Sant’Agata Militello. A Rolla viene anche contestato il reato di estorsione per avere costretto un commerciante, minacciandolo con una pistola, a consegnargli derrate alimentari senza pagare.

Agli arresti domiciliari sono finiti, dunque, l’agente di Polizia Penitenziaria, Salvatore Cutrupia,  Giovanni e Giuseppe Fusco. Cutrupia è accusato di corruzione, i due Fusco sono ritenuti responsabili di concorso esterno nell’associazione dedita ai furti.

Infine, nel corso dell’esecuzione delle ordinanze di misura cautelare sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di 19 indagati.

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